da: van-ham.com/datenbank-archiv/datenbank/henri-cartier-bresson.html.
Con immenso piacere propongo due poesie di un poeta
che conosco da sempre perché abbiamo condiviso gli stessi luoghi e lo stesso
tempo.
La poesia del mio amico poeta Giovanni Di Lena è
scarna, austera, amara e aspra come la nostra terra: la Lucania, verso la quale
sempre traspare un profondo sentimento d’amore. Si tratta di una poesia spesso
di denuncia poiché si sofferma sui problemi derivanti da un sistema politico ed
economico che non tutela i deboli, non tutela i disoccupati, non tutela il
territorio, un sistema che non è comprensibile al giovane Giovanni Di Lena,
prima e all’uomo maturo dopo.
Il poeta rifugge da ogni artificio semantico e
utilizza parole semplici come la sua gente e come semplice sarebbe la soluzione
si molte questioni da lui evidenziate se maggiore fosse la volontà di
soffermarsi a riflettere da parte non solo della cosiddetta classe dirigente ma
di tutti noi, di quell’opinione pubblica, cioè, che è andata via via
smarrendosi sotto i colpi del potere in tutte le sue forme. (e.m.)
Il reale e il possibile - Giovanni Di Lena
La freccia infuocata
- spietatamente innocente -
che le sorelle
per gioco
lanciarono nel vuoto
spezzò le ali di un airone
che s’apprestava a voli reali
e conquiste possibili.
Fu fatalità - forse -
che fulminò la causa
di chi aveva le idee chiare.
L’oro che sgorga nella valle
non è una ricchezza
ma un dono
offerto a quelle sorelle
che sfruttano ogni giorno
la nostra inettitudine.
È fatalità - forse - anche questa.
Il naturale scippo
lo subiscono gli aironi senza nido
capaci di voli vertiginosi
ma costretti
al dolente supplizio
della migrazione!
Sarà fatalità, forse.
Alienazione - Giovanni Di Lena
È diventato un optional
il cervello
confuso dalla cibernetica
e da software rivoluzionati.
L'operatore - in stand-by -
fischietta disinvolto
e con manovre sequenziali
regola gli indici delle macchine.
Si sta come automi
ad aprire e chiudere i nostri giorni
tra capannoni evanescenti
e sogni senza futuro.
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