La ragazza Carla- Elio Pagliarani
Un amico psichiatra mi riferisce di
una giovane impiegata tanto poco allenata
alle domeniche cittadine che, spesso, il sabato, si prende un sonnifero,
opportunamente dosato, che la faccia dormire fino al lunedì.
Ha un senso dedicare a quella ragazza questa «Ragazza Carla»?
I
1
Di là dal ponte della ferrovia
una trasversa di viale Ripamonti
c'è la casa di Carla, di sua madre,
e di Angelo e Nerina.
Il ponte sta lì buono e sotto
passano
treni carri vagoni frenatori e
mandrie dei macelli
e sopra passa il tram, la filovia di
fianco, la gente che cammina
i camion della frutta di Romagna.
Chi c'è nato vicino a questi posti
non gli passa neppure per la mente
come è utile averci un'abitudine
Le abitudini si fanno con la pelle
così tutti ce l'hanno se hanno pelle
Ma c'è il momento che l'abito non
tiene
chissà che cosa insiste nel circuito
o
fa contatto
o prende la tangente
allora la burrasca
periferica, di
terra,
il ponte se lo copre e spazza e
qualcheduno
può cascar sotto
e i film che Carla non li può
soffrire
un film di Jean Gabin può dire il
vero
è forse il fischio e nebbia o il disperato
stridere di ferrame o il tuo cuore
sorpreso, spaventato
il cuore impreparato, per esempio, a
due mani
che piombano sul petto
Solo pudore non è che la fa andare
fuggitiva nei boschi di cemento
o il contagio spinoso della mano.
2
Il satiro dei boschi di cemento
rincasa disgustato
è questo dunque
che ci abbiamo nel sangue?
O saranno
gli occhiali? Intanto è ora
che si
faccia cambiar la montatura.
3
Se si diventa grandi quando
s'allungano
le notti, e brevi i giorni
ecco ci
sono dentro
sembra a Carla di credere, e sta
attenta a non muoversi
ché il sonno di sua madre è così
lieve nel divano accanto
- ma dormirà davvero, con Angelo e
Nerina
che fanno cigolare il vecchio letto
della mamma!
e Carla ne commisura il ritmo al
polso, intanto che sudore
e pelle d'oca e brividi di freddo e
vampe di calore
spremono tutti gli umori del suo
corpo. E quelle
grida brevi, quei respiri che sanno
d'animale o riso nella
[strozza
ci vogliono
all'amore?
E Piero sul
ponte, e la gente -
tutta così?
S'addormenta che corre in una notte
che non promette alba
sul ponte
che sta fermo e lì rimane
e Carla anche.
4
La madre fa pantofole, e adesso che
Nerina ha suo marito
c'è Carla che l'aiuta: infila l'ago,
taglia le pezze
fa disegni buffi, un fiocco rosso
in cima, un nastrino di seta
che non vanno
chi compera pantofole dalle Dondi
non ha civetterie: le vecchie
vogliono le prove,
e pantofole calde, pagamento più
tardi che si può
due anni che una signora Ernani ha
da pagare
le sue trecento lire, e puzza di
liquori
le giovani sposate sono sceme, alle
cose gentili non ci vogliono
nemmeno un po' di bene, anzi le
guardano con rabbia
man mano che col tempo si
dimenticano
d'esser state ragazze da marito
Qui non si nega che si possa
morire un giorno con un fiocco al
collo
uno scialle di seta vivacissimo,
ma è proprio questo: che se torna il
nastro
è segno che la donna ecco è già
stanca
spremuta tutta, fatta parassita
estranea ai fornelli straniera alla
vita
ai calzoni, che pendono in giro
frusti
in attesa del ferro da stiro.
5
Nerina l'ha trovato e s'è sposata,
sono saliti insieme tante volte
sul tram, che è parso naturale (lui
la guardava bene, senza asprezza
e senza incanto - e non ce n'era
tanti)
S'è sposata pulita
anche se s'era spinta un poco avanti
e il viaggio di nozze è restato una
promessa
per più buoni anni avanti.
Ma Nerina non è stata fortunata
Nerina non ha fatto un buon affare:
in parte si vedeva e in parte fu
deciso
così: che Angelo è un abulico,
non è cattivo Angelo ma s'è portato
dietro i reumatismi
dalla Germania, e non si muove e non
si scrolla
va troppo spesso al cinema
(Alla ditta hanno detto alla signora
fa bene in officina, ma non è
affabile, e chi lo sa come la
pensa?) Sì, e prende
ventiseimila con la contingenza.
Lo sapeva anche prima, anche la
madre,
e loro gli hanno offerto anche la
casa
ma viverci è diverso
è diverso star dentro
e questo, se qualcuno lo sa, è la
sua mamma
lei che il numero dei giorni
strappati con le unghie al
calendario e trascinati dietro
come un ladro trascina refurtive
incommerciabili
porta scritto sul volto e sulle
spalle.
6
A Carla suo cognato non le piace
dalla sera del dolce: fidanzato era
stato a casa loro
a pranzo, e in fondo, quando c'era
il dolce
e tre piatti da dolce e quattro
bocche
toccò a Carla pigliarsi la sua parte
in cucina, nel fondo del tegame.
Da questo si capisce che la Carla
l'hanno cresciuta male,
quando mai
s'era vista una festa come quella
l'altr'anno, quindici anni, a
carnevale?
a lei tutto il superfluo di affetti
e di ricchezza
e la scuola serale
che se nasceva maschio, vuoi vedere
che la vedova lo faceva ragioniere?
7
È dalla fine estate che va a scuola
Guida tecnica per l'uso razionale
della macchina
la serale
di faccia alla Bocconi, ma già più
Metodo principe
per l'apprendimento
della dattilografia con tutte dieci
le dita
non capisce se è un gran bene, come
pareva in casa,
spendere quelle duemila lire al mese
Vantaggi dell'autentico
utilità fisiologica, risultato
duraturo, corretta scrittura
velocità resistenza
piano didattico paragrafo primo
La scuola d'una volta, il suo
grembiule
tutto di seta vera, una maestra
molto bella
i problemi coi mattoni e le case, e
già dicevano la guerra
Mussolini la Francia l'Inghilterra.
Qui di gente un campionario: sei
uomini e diciotto
donne, più le due che fanno scuola
Nella parte centrale del carrello,
solidale ad esso
ecco il rullo
C'è poca luce e il gesso va negli
occhi
Nel battere a macchina le dita
devono percuotere decisamente
i tasti e lasciarli liberi,
immediatamente
Come ridono queste ragazze e
quell'uomo anziano che fa steno
e non sa, non sa tener la penna in
mano
Ciascun esercizio deve continuarsi
sino ad ottenere almeno
tre ripetizioni consecutive
senza errore alcuno e perfettamente
incolonnate
O quella povera zoppina, la più
svelta
a macchina
Quando il dispositivo per
l'inversione
automatica del movimento del nastro,
o per difetto
di lubrificazione o per mancanza
del gancio
non funziona
O Maria Pia Zurlini ch'era nata
ricca e ha già trent'anni e
disperati
sorrisini
l'inversione
si può provocare in vari modi:
colle mani.
8
Studiava senza voglia, ma studiava
a casa si sa bene che un purgante
va preso, e a tempo debito, però
chissà cosa voleva; intanto Angelo
doveva andare a prenderla all'uscita
In Germania lavoravano nei campi
le ragazze, con zappe e con forconi
e tu che cosa aspetti?
Allora si fa avanti e l'accompagna
Piero
che fa stenografia perché non vuole
fare il ciclista col padre, un
impiego
gli piace di più, porta gli occhiali
A Piero piace il calcio e non lo
gioca
mai o troppo poco e forse c'è
qualcosa
che gli torce il tronco nel suo
sviluppo
e non prende le cose come vengono e
senz'armi
e all'insaputa di sé si mette in
lotta con l'ambiente.
9
Ma quei due
hanno avuto poche sere per parlare
la prima fu d'impaccio
la seconda
che risero ragazzi per un tale
che parlava da solo d'una bomba
e un altro poco
altro che bomba, all'incrocio di via
Meda
la circolare lo piglia sotto se non
era svelto
il tranviere
urli, sfoghi pittoreschi e
qualcheduno
pronto a far capannello, al raduno
scappano i cani, si tormenta il
pizzetto
il bravo ometto ebete e la dentiera.
Dialogo che possiamo immaginare, un
vestito sciupato
[troppo in fretta
e tira e molla - barba ometto bomba,
che ridere che
[piangere
dialogo che possiamo immaginare, uno
così voleva
[riparare
una bicicletta scassata e aveva
fretta
fino al portone di Carla
persuasi della colpa originale.
La terza
un istinto battagliero
li condusse
a passare per il parco
e fu peggio, che un silenzio
gli cadde addosso e Carla aveva
freddo
e Piero zitto e lei anche nel parco
di dicembre
Chi sarà questo Ravizza?
chiese Piero, e pentito si nascose
le mani in tasca, che gli davan
noia.
Poi uscirono, che zone luminose,
allora
qui a Milano,
a Carla assorta e lieve
Piero prese a dire:
Marcia,
quest'anno,
il campionato,
che è un piacere.
Certa gente si sveglia in quei
momenti
ridendo a un sonno buono,
equilibrarsi
sopra il trolley, amare
un'infermiera per baciarla
è troppo facile. Chi abita nel cielo
e quanto paga
d'affitto? Ecco le lune
di Giove sopra i fili del telefono,
il viale
sarà tutto magnolie e i giardinieri
avranno un gran lavoro.
Pallavolo, se fosse un altro gioco
sportivo, con la gente
O palla prigioniera?
Ecco ti rendo
i due sciocchi ragazzi che si
trovano
a casa tutto fatto, il piatto pronto
Non ti dico risparmiali
Colpisci, vita ferro città pedagogia
I Germani di Tacito nel fiume
li buttano nel fiume appena nati
la gente che s'incontra alle serali.
II
1
Carla Dondi fu Ambrogio di anni
diciassette primo impiego
stenodattilo
all'ombra del Duomo
Sollecitudine e amore, amore ci
vuole al lavoro
sia svelta, sorrida e impari le
lingue
le lingue qui dentro le lingue
oggigiorno
capisce dove si trova? TRANSOCEAN
LIMITED
qui tutto il mondo...
è certo che
sarà orgogliosa.
Signorina, noi siamo abbonati
alle Pulizie Generali, due volte
la settimana, ma il Signor Praték è
molto
esigente - amore al lavoro è amore
all'ambiente - così
nello sgabuzzino lei trova la scopa
e il piumino
sarà sua prima cura la mattina.
UFFICIO A UFFICIO B UFFICIO C
Perché non mangi? Adesso che lavori
ne hai bisogno
adesso che
lavori ne hai diritto
molto di più.
S'è lavata nel bagno e poi nel letto
s'è accarezzata tutta quella sera.
Non le mancava niente, c'era tutta
come la sera prima - pure con le
mani e la bocca
si cerca si tocca si strofina, ha
una voglia
di piangere di compatirsi
ma
senza fantasia
come può immaginare di commuoversi?
Tira il collo all'indietro ed ecco
tutto.
2
All'ombra del Duomo, di un fianco
del Duomo
i segni colorati dei semafori le
polveri idriz elettriche
mobili sulle facciate del vecchio
casermone d'angolo
fra l'infelice corso Vittorio
Emanuele e Camposanto,
Santa Radegonda, Odeon bar cinema e
teatro
un casermone sinistrato e cadente
che sarà la Rinascente
cento targhe d'ottone come quella
TRANSOCEAN LIMITED IMPORT EXPORT
COMPANY
le nove di mattina al 3 febbraio.
La civiltà si è trasferita al nord
come è nata nel sud, per via del
clima,
quante energie distilla alla mattina
il tempo di febbraio, qui in città?
Carla spiuma i mobili
Aldo Lavagnino coi codici traduce
telegrammi night letters
una signora bianca ha cominciato i
calcoli
sulla calcolatrice svedese.
Sono momenti belli: c'è silenzio
e il ritmo d'un polmone, se guardi
dai cristalli
quella gente che marcia al suo
lavoro
diritta interessata necessaria
che ha tanto fiato caldo nella bocca
quando dice buongiorno
è
questa che decide
e son dei loro
non c'è altro da dire.
E questo cielo contemporaneo
in alto, tira su la schiena, in alto
ma non tanto
questo cielo colore di lamiera
sulla piazza a Sesto a Cinisello
alla Bovisa
sopra tutti i tranvieri ai capolinea
non prolunga all'infinito
i fianchi le guglie i grattacieli i
capannoni Pirelli
coperti di lamiera?
È nostro questo cielo d'acciaio che
non finge
Eden e non concede smarrimenti,
è nostro ed è morale il cielo
che non promette scampo dalla terra,
proprio perché sulla terra non c'è
scampo da noi nella vita.
3
Negli uffici s'imparan molte cose
ecco la vera scuola della vita
alcune s'hanno da imparare in fretta
perché vogliono dire saper vivere
la prima entrare nella manica a
Praték
che ce l'ha stretta
A Praték gli vanno bene i soldi
e un impiegato mai, perché la fine
del mese i soldi l'impiegato pochi o
tanti
li porta via, e lui li guarda coi
suoi occhi
acquosi, i soldi, e non gli pare
giusto.
A Praték gli van bene anche le donne
e Lidia che era furba lo sapeva
e l'ha passato mica male, il tempo,
sullo sgabello della macchina
con le sue cosce grasse.
Ma la moglie coi soldi che è gelosa
vigila sulla serenità delle
fanciulle,
Monsieur Praték - in fondo, io sono
un filosofo -
non per niente è stato anche in galera
rispetta gli istituti: Lidia parte
entra Carla: può servire che si
sappia:
col dottor Pozzi basta un po' di
striscio,
fargli mettere la firma in molti
posti.
4
Monsieur Goldstein un mite
segretario tradito dal cognome
ha chiesto gli anni a Aldo Lavagnino
ventidue
ho un figlio che combatte in
Palestina
anch'io di ventidue, ha detto
questa terra
avrà un pezzo di terra per i nostri
figli?
Questa terra ha mercati
e sul mercato internazionale delle
valute
libere o no, Cogheanu, il suo
padrone, tiene una rete fitta:
da un'area all'altra trasferiscono
ogni giorno
valute in questo modo:
Tel Aviv le quinze Avril o Bombay
March twenty five
su blok notes, carta straccia
Monsieur X veuillez payer à notre
Monsieur Ypsilon
la somme de quatre vingt dix mille
neuf cent cinq dollars
Signé Goldstein o Cogheanu
A Bombay a Tel Aviv a Casablanca un
ometto Mister X
per quel foglietto paga le sterline
anzi i dollari dollari, oggi son
dollari che vanno
nell'affare della soda, bell'e
concluso in un momento delicato
in quel momento che la soda sul
mercato risentiva del rilancio
jugoslavo e la Germania era alle
porte
e Praték a Roma aveva già comprato
con lire d'Italia e alcune
scappellate
al mercato nero delle licenze la
licenza
d'esportazione per ventimila
tonnellate
fu il rapporto dello scambio
dollaro sterlina - si compra a
sterline si vende in dollari
a Londra c'è cancelliere un matto -
che buttò a mare l'affare: tremila
dollari di spese
quarantacinquemila non guadagnati
quarantotto.
Angelo un osso buco intero, con
patate
Carla un pezzo col midollo che le
piace
l'altro pezzo Nerina la madre le
patate
nessuno sa cosa vuol dire pagamento
contro documenti e perché s'usi
ma la madre orgogliosa guarda Carla
crescere.
5
Però non è sicuro che la Carla
cresca come si deve o voglia o
sappia
farlo, come si cresce a quell'età
e quali fatti passino o quali invece
segnino un passaggio, chi lo sa?
A venti o a ventiquattro quanti han
scritto
d'esser pronti e d'aver necessità
di rifare all'indietro quella strada
non agevole, fin dentro nelle
viscere
di chi li ha fatti nascere, a
cercare
momenti di rottura soluzioni
di continuità
che la storia non dà
ma che ci sono stati certamente
se sono come sono?
Carla,
sensibile scontrosa impreparata
si perde e tira avanti, senza dire
una volta mi piace o non lo voglio
con pochi paradigmi non compresi
tali, o inaccettati; desideri
precisi da chiarirsi non le avanzano
a fine mese
a fine mese sangue
maculato tra le gambe pallide
la fa tremare sempre, e Praték
quando
la chiama nel suo ufficio per
dettare.
6
Per esempio, bisogna sentire come
bestemmia
che parole volgari come un uomo
solamente
- a Carla nausea e niente voglia di
domande -
oggi non mite Aldo
quando la gatta
è via i topi ballano
La signora Camilla per calmarlo
non liscia il pelo giusto - con la
schiena
che tiene su le spalle, sulla macchina
Carla china la faccia rifugiandosi
nei tasti più veloci
«Ci sono cose che
superi soltanto
a letto, incastrato in una donna, e
maledetto
il frutto del suo grembo» - Aldo
trema
non sa come sfogarsi
A third world war
fondamento del diritto delle genti,
l'istituto
della guerra È antico quanto gli
uomini: a dirimere
le controversie fra gli stati, sia
pure come extrema ratio
nulla di più risolutivo ed efficace
del ricorso
a codesto, che la dottrina configura
e la prassi tutela
come sanzione decisiva cui si affida
il ripristino della violata legalità
internazionale
- non c'È da farsi illusione, non È
tale legge senza sanzione -
e la scienza specifica, i trattati,
dal grotius ai giorni nostri
ne illustrano le ragioni e la
funzione (della guerra-sanzione).
inoltre, la dottrina più recente,
sulla scorta degli accadimenti
e dell'espressa volontà dei soggetti
di diritto internazionale,
ha elaborato una nuova figura
definita guerra-rivoluzione
massima produttrice, ex novo, di
diritto: laddove la prima
ripristina, la seconda crea,
mirabilmente integrandosi
il sorgere della legge e il suo
proseguimento
A third world war
is nécessary, né-ces-sa-ry, go on translate my friend
sporgendo il petto in fuori come un
rullo e fronte dura
e io certo ho tradotto, che faccio
il traduttore,
che ce ne vuole un'altra, un'altra
guerra
Ci sono anche quelli che a sera
si tolgono un occhio mettendolo
accanto
alla scrittura di Churchill, sul
comodino,
intanto che fumano la sigaretta:
è un occhio fasullo, di vetro, ma è
vera
l'orbita cava nel volto.
Ma farlo di giorno, in piena luce di
sole
per sgomentare l'amore
mi vuoi bene così?
Ma farlo di giorno smerciandolo
come salvacondotto al tedesco
non sono un uomo intero pertanto
puoi fare a meno di uccidere
me
che la terza guerra mondiale è
necessaria
con le mie parole a me
l'ha fatto dire - in un angolo in
silenzio
Praték con gli occhi a dire sì e il
beota
ridanciano di Biella «Andiamo piano,
signori,
non scherziamo».
Lui dice pane al pane
il turco è assai potente
fare il furbo non gli serve a
niente.
Poi, chissà perché, mai fatto prima,
Aldo la segue all'uscita le offre un
Campari
Carla adesso rifiuta - ci ha già
pensato scendendo -
e invece dice di sì, a Cappellari
si prende il suo aperitivo, se lo
mescola
con un po' di vergogna
e in tram le gira la testa
fortuna che i tram
fortuna che nei tram di mezzogiorno
la gente ti preme ti urta ti tocca
magari ti blocca col gomito
ma non ti lascia cadere.
7
Chissà cosa vuol dire debolezza
forza, nella gente, spina dorsale.
Chissà che cosa sanno quanti sanno
ciò che vogliono, che spingono
avanti la certezza
di essere, come fossero da sempre
uomini, e per sempre.
Casa mia casa mia
per piccina che tu sia
c'è Nerina con la pancia
con lo schiaffo sulla guancia
del marito che lavora
chi lo sa per quanto ancora
c'è la madre che permette
calze larghe calze strette
tutto bene come fosse
un bambino con la tosse
ogni giorno sempre uguale
c'è una volta carnevale
c'è una volta carnevale
c'è una volta.
III
1
No, no, no - Carla è in fuga negando
una corsa fra i segnali del centro
non si nota
se non c'è fra i venditori di
sigarette
un meridionale immigrato di fresco
ancora curioso di facce
avanti in marcia
chi ci mette la carica?
scapigliata pallidona
non è vero se non urli, come,
paonazzo atrabiliare,
quel tale per diffondere un giornale
questo no. Ho paura, mamma Dondi ho
paura
c'è un ragno, ho schifo mi fa schifo
alla gola
io non ci vado più.
Nell'ufficio B non c'era nessuno
mi guardava con gli occhi acquosi
se tu vedessi come gli fa la vena
ha una vena che si muove sul collo
Signorina signorina mi dice
mamma io non ci posso più stare
è venuto vicino che sentivo
sudare, ha una mano
coperta di peli di sopra
io non ci vado più.
Schifo, ho schifo come se avessi
preso la scossa
ma sono svelta a scappare
io non ci vado più.
Sagome dietro la tenda
Marlene con il bocchino sottile
le sete i profumi i serpenti
l'ombra suona un violino di fibre
di nervi, sagome colore di sangue
blu azzurro viola pervinca, sottili
le braccia le cosce
enormi, bracciali monili sul cuore
nudo, l'amore
calvo la belva che urla la vergine
santa
l'amore che canta chissà
dietro la tenda
le sagome.
La vedova signora Dondi
forse si sarà spaventata
ma non ha dato tempo a sua figlia
Non ti ha nemmeno toccata
gli chiederemo scusa
fin che non ne trovi un altro
tu non lascerai l'impiego
bisogna mandare dei fiori
alla signora Praték.
2
Domenica con un fascio di fiori
Aldo a fianco occupato di lei
«Telefonano in un circo.
Pronto: batto a macchina e parlo
francese, non basta?
So andare in bicicletta e dire il
credo, non basta
per il circo? Non sentite che
nitrisco, che volete di più
da un povero cavallo?»
con un fascio di fiori più pesante
di una sporta di pane e di patate
in visita ai signori Praték
Ma madama è squisita, dice belli
ai fiori, bravi ai ragazzi, dice che
sciocchezze
dice che Aldo è un giovane per bene
che sono proprio una coppia
divertente
forse dice fra i denti almeno questo
le facesse la guardia l'impiegato
Autour des neiges, qu'est ce qu'il y
a?
Colorati licheni, smisurate
impronte, ombre liocorni
laghi cilestri, nuvole bendate,
risa dell'eco a innumeri convalli
la vita esala fiorisce la morte
solitudine imperio libertà.
3
Quante scuse le donne, quante moine
per non lavorare. Più bassi ancora
in ufficio gli occhi, di notte
la madre è sveglia a tutte le ore.
Ben vengano
domeniche a spasso con Aldo
Lavagnino.
Quando camminano in due per le
strade
guardano le vetrine del centro
e qualche volta ci scappano di quei
commenti
che fanno proprio ridere di gusto.
Poi Aldo la porta
a vedere i quadri dei pittori, a
bere qualcosa,
a sentire un comizio o, più di rado,
al cinema.
Al ritorno, che è sera, poi la
prende a braccetto
e non dicono niente, ma va bene lo
stesso,
solo se la guarda fisso
o le gira lo sguardo afferrandole il
mento con la mano
Carla si sente stanca: è proprio ora
di cena, l'ultimo tratto verso casa
bisogna farlo di corsa.
4
Les rouges les rouges regardez
la-bas
fa toro e torero Mizar in casa sua,
nell'ufficio A
mentre dabbasso
sfilano operai con le bandiere.
Dabbasso sotto i portici c'è una
che vive col maglione, fa già primavera,
ha un petto enorme e grasso
che le dà da mangiare
dabbasso è lei che applaude
e zitti Carla e Aldo a guardare
mentre Mizar fa il matto
poi dice «a lavorare» un po' più
calmo
quando vede la Celere di scorta.
5
Quante parole nei comizi e folla
nel marzo quarantotto! Gente fissa
ogni ora del giorno e della notte in
piazza Duomo.
Aldo, Angelo, persino la collega
dell'ufficio accanto
vestita così bene
dicono che la gente che lavora
deve stare al suo posto
che si sa bene per chi bisogna
votare.
A Carla per il voto le mancano degli
anni
e a lei sembrano molti
Aldo s'arrabbia
e invece è lui che fa rabbia
disoccupato quand'è sera, sofferente
al rifugio che notte gli presenta
per molti o pochi soldi,
e se accarezza Carla
le accarezza le mani, e parla.
Ma il sangue, è vero che ha un ritmo
in certi mesi detti primavera
accelerato? e vale anche per noi,
qui sotto il ritmo
della città?
e quest'interno rigoglio come viene
tradotto sopra i volti? ma dietro i
vetri
che cosa bolle alla Montecatini
dov'è la primavera della Banca
Commerciale?
Aldo s'è messo in testa che la Carla
vada con lui a mangiare, una sera
ma sarà una sera che Carla ha da
fare
con tante cose in casa, col bambino
ch'è nato a sua sorella.
Col bambino che è nato e si prende
altro spazio, è più esiguo
l'esiguo margine a fughe
a un totale parziale o sub-totale
non è che può mancare molto;
sopravvive
difatti, solo chi impara a vivere.
Necessità necessità verbo dei muti
idillio accanto alla calcolatrice
corsa proficua degli storpi, amore
del badilante sullo sterro, gravità
sul capezzolo dei nati, erba del
prigioniero,
lo stesso capriccio del vento nel
tuo nome
fa portatore di polline natura.
6
Come quelli che non seppero servirsi
nell'assenza
del genitore è un trauma poi se manca
la frutta sulla tavola, nessuna
scusa a Carla
la pazienza di Aldo sa concedere.
Tacitamente passa una domenica
che uno gira solo e l'altra è in
casa,
procedendo poi i giorni come al
solito
come strumento
come strumento di tesaurizzazione
come strumento di tesaurizzazione
[l'oro in Europa
si arriva a un altro sabato, ma
casca
un approccio, o si perde per aria:
domenica bis.
Si può dire benissimo «Esco
a prendere una boccata d'aria» ma
anche a questo
a non affogare per strada di
domenica da soli
ci vuole temperanza ed abitudine.
Carla non lo sapeva che alle piazze
alle case ai palazzi periferici
succede
lo stesso che alle scene di teatro:
s'innalzano, s'allargano
scompaiono, ma non si sa chi tiri i
fili o in ogni caso
non si vede: attraversando da un
marciapiede all'altro sono bisce
le rotaie, s'attorcigliano ai tacchi
delle scarpe
sfilano le calze all'improvviso -
come la remora che in altomare
ferma i bastimenti.
Quei bambini sul ponte mentre fanno
una festa dolorosa a un animale c'è
il fumo che li assale,
a San Luigi sono i ladri che ci
stanno, via Brembo è una
fetta di campagna, peggio,
una campagna offesa da detriti,
lavori a mezzo, non più
verde e non ancora
piattaforma cittadina; meglio il
fumo sul ponte che scompare
col merci, via Toscana, piazzale
Lodi con un poco
d'alberi e grandi chioschi di
benzina, dove fischia un
garzone bela tusa
e un altro stona ha fatto più
battaglie la mia sottana - uno
stornello di Porta Romana -
ma è un uomo sciupato, che porta
un cane a passeggio.
Due giovani sul serio non permettono
con baci spudorati alcuna sosta
su una panca nella rotonda del
piazzale, incalza il giorno
il cammino di Carla: viale Umbria si
muove un po' di gente
c'è qualche faccia di ragazza fatta,
motociclette in moto della festa.
Un bar, gente che ride fa richiamo,
ma non entra così una signorina
a bere un'aranciata: intrusa,
ciccolataia, figurina
è fuori l'aria, anche se ansima
ormai
la passeggiata per mutarsi in corsa,
e sorprende una parola
una parola qualsiasi scappata a sé
sola - come i vecchi alla Baggina,
i matti.
Pure, dopo il silenzio del
verziere
- vedessi che fermento domattina -
capita che ritrova la città
i negozi coi vetri luminosi, la
folla, il salvagente. Come gli altri
il camminare di Carla riacquista
sicurezza e andamento:
[è milanese come è periferia
calare per la festa attorno al
centro.
Un giro usato
la riprende, un comizio l'attarda e
fa pressione
uno sguardo per lei, si perde il
tempo.
L'aria scura dov'è?
[qui sono luci
vive, abbaglianti, ci sono i quadri
colorati dei pittori nelle sale
dove l'ingresso è libero.
Oh la
Coscienza che si guarda le Mani
orribili, vestita solo di Calze nere
fino all'Inguine! Pittore
[espressionista ancora ancora
si sbanda la ragazza e vuole uscire
di corsa,
o è per Aldo, che si effonde
pendendo dalle sue labbra una
giovane bionda
e un'enorme signora con le volpi? O
questi invece fermano
la nuova fuga di Carla?
Contegno,
fingimento, con la mano
una ravviata ai capelli e poi lo
sguardo a confrontare l'altra
in confidenza con Aldo: ancora rossa
o bianca per la pallida
vampa Carla avvampa, ma il pensiero
più veloce del freno
[è già pensiero
pensato: ha gambe quella lì
con le caviglie grosse, come è
grassoccio il viso, poco fine.
7
Nerina ha voglia di ridere, perché
ride ogni tanto
adesso, con il figlio, Carla ha la
faccia seria mentre provano
allo specchio, mentre Nerina insegna
e Carla impara
a mettere il rossetto sulle labbra:
ci deve essere in un cassetto
un paio di calze di nylon, finissime
bisogna provarle.
Questo lunedì comincia che si
sveglia
presto, che indugia svagata nella
piazza
prima di entrare in ufficio, che
saluta
a testa alta «Buongiorno» con
l'aggiunta
«a tutti», che sorride cercando Aldo
con gli occhi
che gli dice «Bella la ragazza e
come
attenta ai tuoi discorsi», che
incomincia - forse - il lavoro
fresca.
Quanto di morte noi circonda e
quanto
tocca mutarne in vita per esistere
è diamante sul vetro, svolgimento
concreto d'uomo in storia che
resiste
solo vivo scarnendosi al suo tempo
quando ristagna il ritmo e quando
investe
lo stesso corpo umano a mutamento.
Ma non basta comprendere per dare
empito al volto e farsene diritto:
non c'è risoluzione nel conflitto
storia esistenza fuori dell'amare
altri, anche se amore importi amare
lacrime, se precipiti in errore
o bruci in folle o guasti nel
convitto
la vivanda, o sradichi dal fitto
pietà di noi e orgoglio con dolore.
Settembre 1954-agosto 1957