Sulle scale – Costantino Kavafis
Come scendendo quella scala turpe,
entravi dalla porta, e per un attimo
vidi il tuo viso ignoto e mi vedesti.
Poi mi celai perché non mi vedessi ancora, e tu
passasti rapido celando il viso
e t'immergesti nella casa turpe, ove il piacere
non avresti trovato, com'io non lo trovai.
L'amore che volevi, io l'avevo da darti;
l'amore che volevo – gli occhi me lo dissero
stanchi e ambigui – l'avevi tu, da darmi.
Si sentirono, i corpi. Si cercavano.
Sangue e pelle capirono.
Pure, turbati, ci celammo entrambi.
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