10 dicembre 2014

Nuova odissea - Konstantinos Kavafis

 Foto di Natalie Chistyakova



Seconda Odissea – Costantino Kavafis

Dante, Inferno, canto XXVI
Tennyson, Ulysses
Odissea seconda e grande, forse
più grande della prima. Ma purtroppo
priva di esametri, priva di Omero.

Il suo palazzo, in patria, era ben piccolo,
era piccola, in patria, la sua rocca,
e tutta la sua Itaca era piccola.

L’amore di Telemaco, la fede
di Penelope, e poi l’età del padre,
i vecchi amici, e l’inesausto affetto
del popolo devoto,
il felice riposo casalingo,
come raggi di gioia penetrarono
nel cuore dell’antico marinaio.

E come raggi tramontarono.

Ecco
In lui svegliarsi la sete del mare.
Odiava l’aria della terraferma.
Ogni notte turbavano i suoi sonni
i fantasmi dell’Ovest.
La nostalgia dei viaggi
lo assalì, degli approdi mattutini
nei porti in cui – con che felicità –
getti l’ancora per la prima volta.
                                               E se ne andò.

Poi, mentre pian piano i litorali
d’Itaca gli svanivano dinanzi,
e verso l’ovest navigava svelto,
verso gli Ibèri e le Colonne d’Ercole –
lontano da ogni mare degli Achei –
sentì che ritornava in vita, che
deponeva le odiosissime catene
delle cose ben note e familiari.
Ed il suo cuore avventuroso freddamente
si rallegrò, vuoto d’amore.



Nuova odissea - Konstantinos Kavafis

Odissea seconda e grande,
forse più grande della prima. Ma, ahimè,
senza Omero e senza esametro.
Piccola era la dimora paterna,
piccola era la città paterna,
e Itaca tutta intera era piccola.

L’affetto di Telemaco, la fedeltà
di Penelope, la vecchiezza del padre,
i suoi vecchi amici, l’amore
del popolo devoto,
il lieto riposo nella casa
giunsero come raggi di gioia
al cuore del navigante..

E come raggi di sole tramontarono.
La sete
di mare gli si risvegliò dentro.
Odiava l’aria della terraferma.
I fantasmi dell’Esperia
tormentavano il suo sonno la notte.
Fu colto da nostalgia
per i viaggi e per i mattutini
approdi in porti in cui, con infinita gioia,
entri per la prima volta.

L’affetto di Telemaco, la fedeltà
di Penelope, la vecchiezza del padre,
i suoi vecchi amici, l’amore
del popolo devoto,
la pace e il riposo
della casa gli vennero a noia.

E partì.
Man mano che le coste di Itaca
svanivano alla sua vista
e navigava a vele spiegate verso occidente,
verso l’Iberia e verso le colonne d’Ercole, -
lontano da ogni mare acheo, -
sentiva di tornare a vivere, sentiva di
togliersi di dosso i gravosi legami
delle cose note e degli affari di famiglia.
E il suo cuore avventuriero
con freddezza gioiva, privo d’amore.

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