foto di Henry Clarke
Serata poetica - Mary Barbara Tolusso
È una serata fortunata, la sala
conta almeno otto uditori.
Dalla finestra milioni di camere
vuote con le tv accese. Iscritta
sulle corde di una P è preceduta
dai tripudi del fogliame, il solo
che turbina. Più che entrare,
dovrebbe spiccare il volo, raccogliere
la gonna con le mani. Avesse almeno
una veste più leggera, da grande
occasione, da rima baciata. Fa scivolare
qualche asso dalla manica, vacilla sul gradino,
desta l’attenzione. Nell’orlo
di una sedia grigia una ragazza sfila
la fibra e un uomo chiude gli occhi
pensando alla partita. Forse
aspettavano qualcun altro, a lume
di candela, qualcuno che calpesti
l’eternità con la punta delle dita.
“Che ora è?” chiede un marito in prima fila.
È una serata fortunata, la sala
conta almeno otto uditori.
Dalla finestra milioni di camere
vuote con le tv accese. Iscritta
sulle corde di una P è preceduta
dai tripudi del fogliame, il solo
che turbina. Più che entrare,
dovrebbe spiccare il volo, raccogliere
la gonna con le mani. Avesse almeno
una veste più leggera, da grande
occasione, da rima baciata. Fa scivolare
qualche asso dalla manica, vacilla sul gradino,
desta l’attenzione. Nell’orlo
di una sedia grigia una ragazza sfila
la fibra e un uomo chiude gli occhi
pensando alla partita. Forse
aspettavano qualcun altro, a lume
di candela, qualcuno che calpesti
l’eternità con la punta delle dita.
“Che ora è?” chiede un marito in prima fila.
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