Amedeo Modigliani · nudo
Distesa - Alda Merini Corpo, ludibrio grigio
con le tue scarlatte voglie,
fino a quando mi imprigionerai?
anima circonflessa,
circonfusa e incapace,
anima circoncisa,
che fai distesa nel corpo?
Chi è prigioniero, l’anima o il corpo?
Chi soffre di più, chi sente di più?
È il corpo che patisce e gioisce o
è l’anima che ne trae giovamento o sofferenza?
L’anima, distesa nel corpo, è incapace di
contenerne tutte le voglie.
E la felicità, imperfetta, mai completa,
rimane comunque una felicità dei sensi,
della carne, della follia.
Alda Merini e la follia.
Troppo semplice pensare al manicomio.
Alda Merini è folle poiché «brinda alla sua follia».
Perché quando si decide (ma si decide poi in un atto consapevole?)
di seguire il corpo, si è esposti al vento, al dolore.
Malata di tormento e perdizione, a piedi nudi,
con dita vogliose d’amore, turbata, esasperata,
con i ginocchi piagati dallo scrivere poesie sulle pietre.
Sempre in bilico tra l’amore passionale, carnale e profano, l’eros,
e quell’amore sacro e privilegiato di chi ha fatto un intimo incontro con Dio.
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