Inger Christensen
Ali - Morten Søndergaardper Inger Christensen
Ci siamo registrati nell’albergo del sonno e abbiamo avuto la chiave
della stanza più interna in un morbido uragano.
Giaccio qui, così posso leggere poesie
nell’ora più rara del mondo. Mi esercito
a dirle senza muovere le labbra.
Lei bussa, ha le sue poesie
in un sacchetto della posta, le sa a memoria. Ha
ali e calca il caos con cautela, setaccia
le stesse strade romane e reinventa
la lingua nel tessuto urbano. Il vino bianco scorre
dentro di noi, guardiamo scarpe, mentre la Morte
aspetta col suo completo. Ha tutto il tempo. Ha
la Vita Nova di Dante in tasca.
Poi lei inizia a disfare le poesie
con la sua melodiosa voce e scompare
in ciò che nessun altro sa dire.
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