Giovanni Muzzioli - Finalmente!, olio su tela, cm 86x41
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia
"Ho capito" disse Leo con un sorriso forzato, "ho capito... qualche innamorato... qualche giovincello..."
"Neppur per sogno" ella rispose senza abbassar la testa, "un uomo." Vedeva sulla parete opposta l'ombra di Leo vaga e larga, muoversi or qua or là come se si fosse preparato a saltarle addosso:
"Un uomo" ripetè con voce più stanca senza cessare quel giuoco delle dita "e se tu sapessi" soggiunse ubriacandosi d'una tristezza senza ragione. "Se tu sapessi come lo amo!..." I suoi occhi si socchiudevano pieni di lacrime, il suo cuore tremava: "E invece" pensò freddamente "quest'uomo non c'è."
"Un uomo... tutti i miei complimenti." Ora Leo s'irritava veramente: questa purezza che non esisteva, questa conquista che altri aveva fatto gli mettevano il diavolo in corpo; la Carla puerile e casta dei suoi desideri cedeva il posto ad una signorina esperta in amore, che non temeva di visitare gli uomini nelle loro case; il solletico, il profumo, il fiore dell'idillio svanivano; il suo amor proprio di seduttore restava a mani vuote davanti ad una porta aperta:
"È colpa mia" soggiunse convinto: "avrei dovuto pensarlo che non era la prima volta."
"La prima volta di che?" ella domandò voltandosi di scatto.
"La prima volta che... m'intendi... che fai delle visite, che vai in casa di qualcheduno."
Un rossore acceso salì alle guance di Carla, ella guardò l'amante, combattuta tra il desiderio di protestare e rivelargli la stupida verità e quello di continuare la finzione incominciata; ma alla fine seguì il secondo partito.
"Ho capito" disse Leo con un sorriso forzato, "ho capito... qualche innamorato... qualche giovincello..."
"Neppur per sogno" ella rispose senza abbassar la testa, "un uomo." Vedeva sulla parete opposta l'ombra di Leo vaga e larga, muoversi or qua or là come se si fosse preparato a saltarle addosso:
"Un uomo" ripetè con voce più stanca senza cessare quel giuoco delle dita "e se tu sapessi" soggiunse ubriacandosi d'una tristezza senza ragione. "Se tu sapessi come lo amo!..." I suoi occhi si socchiudevano pieni di lacrime, il suo cuore tremava: "E invece" pensò freddamente "quest'uomo non c'è."
"Un uomo... tutti i miei complimenti." Ora Leo s'irritava veramente: questa purezza che non esisteva, questa conquista che altri aveva fatto gli mettevano il diavolo in corpo; la Carla puerile e casta dei suoi desideri cedeva il posto ad una signorina esperta in amore, che non temeva di visitare gli uomini nelle loro case; il solletico, il profumo, il fiore dell'idillio svanivano; il suo amor proprio di seduttore restava a mani vuote davanti ad una porta aperta:
"È colpa mia" soggiunse convinto: "avrei dovuto pensarlo che non era la prima volta."
"La prima volta di che?" ella domandò voltandosi di scatto.
"La prima volta che... m'intendi... che fai delle visite, che vai in casa di qualcheduno."
Un rossore acceso salì alle guance di Carla, ella guardò l'amante, combattuta tra il desiderio di protestare e rivelargli la stupida verità e quello di continuare la finzione incominciata; ma alla fine seguì il secondo partito.
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