In
premessa mi piace ricordare il tempo in cui le elezioni regionali si svolgevano
nella stessa giornata, o meglio due, poiché si votava la domenica e il lunedì
mattina.
A
questo proposito chiedo al ministro dell’interno, se c’è: sarebbe tanto difficile provare, in accordo con le regioni, a
predisporre un quadro normativo per tornare a votare tutti insieme, e con un sistema
elettorale che valga per le elezioni delle Camere, dei Consigli Regionali, dei
Consigli Provinciali (finché esistono) e dei Consigli Comunali?
E’
terminata, dunque, una campagna elettorale poco vivace sia per le condizioni
climatiche e sia, soprattutto, a causa dello scarso interesse della gran parte
dei cittadini dovuto, secondo me, alla loro progressiva emarginazione dai
processi politici e dalle scelte da parte delle varie aggregazioni politiche,
poco propense a dare dei solidi riferimenti data la loro natura mutevole.
Una
competizione povera di argomenti e povera di politica. Una contesa,
trasferitasi in buona parte sui social network, basata quasi esclusivamente su
polemiche sterili molto prossime al pettegolezzo.
Da
chi aspira a governare la Basilicata mi sarei aspettato molto altro.
Con
questo non voglio dire che i partiti e le coalizioni non abbiano un loro programma,
anzi, spesso è condivisibile e articolato. Quello che mi chiedo è:
Chi
li ha elaborati?
Con
quali criteri sono stati scelti gli argomenti?
Quali
gli obiettivi strategici su cui si chiede il consenso?
Vi
sono stati degli studi di approfondimento? D parte di chi?
Con
chi è avvenuto il confronto?
Quali
categorie di persone sono state coinvolte?
Quali
fasce sociali si intendono rappresentare?
Sulla
base di quali esigenze espresse?
Quali
le prospettive di sviluppo? Su quali compartimenti dell’economia?
Quali
le leve da utilizzare?
Etc.
Con
tutto il rispetto, i programmi che ho avuto modo di leggere (non facilmente
reperibili, contrariamente alla disponibilità di valanghe di “santini” e
faccioni sui manifesti e le vele in giro per i paesi) a me sembrano documenti
scritti per necessità elettorale, mera incombenza burocratica, senza nessun
coinvolgimento degli strati sociali che si intendono rappresentare (ammesso che
quegli strati sociali sappiano che qualcuno intende rappresentarli). Programmi
in cui non riscontro una sufficiente articolazione delle proposte. Dopo tutto
ai candidati serve la preferenza, l’approfondimento delle piattaforme
programmatiche altri non è che un fastidioso orpello.
Nella
sostanza, ritengo siano elaborazioni romanzesche partorite in ristretti
conciliabili negli stessi luoghi, con le identiche procedure e i medesimi
criteri utilizzati per formulare liste elettorali, senza, cioè, assolvere ai
compiti propri di un partito politico, entità, queste, che appaiono meri
retaggi del passato, soppiantati dai tanti IO che si autoproclamano esclusivi
portatori del volere collettivo.
Come
dire? Nulla di nuovo sotto il sole!
Una
situazione cristallizzata da diversi decenni caratterizzata dal dialogo tra
sordi dove l’unica novità è l’aumento del consenso al partito razzista,
azionista egemone del governo più a destra che la repubblica abbia conosciuto.
Altra
considerazione riguarda il mio comune, Pisticci, da troppi anni assente dal
panorama regionale. L’aver espresso ben nove aspiranti a un seggio in Consiglio
Regionale, altro non è che la conferma dell’incapacità della politica locale
(TUTTA) di mettere al primo posto il bene collettivo, di parlarsi, di trovare
le migliori soluzioni a beneficio della comunità intera. Ancora una volta,
constato con amarezza, non si è stati capaci di stabilire un criterio di
scelta, ancora una volta l’IO è stato anteposto ad ogni altra priorità, ancora
una volta non si è stati capaci di dare indicazioni chiare a un elettorato
smarrito che dovrà barcamenarsi nel ventaglio variegato delle possibilità, in
una fase storico-politica molto complessa.
Altro
che avanguardie di gramsciana memoria.
I
miei personali ricordi della campagna elettorale appena terminata sono:
1.
Le
ripetute passerelle dei vari ministri sulle quali mi sono fatte alcune domande:
·
Erano
in missione, i ministri, per conto del governo?
·
La
campagna elettorale è un missione su mandato del governo?
·
Le
loro trasferte, con al seguito eserciti di scorte e di auto blu, in territori a
loro sconosciuti, erano a carico dei cittadini?
2.
Le
apparizioni di un tizio travestito da ministro, noto razzista antimeridionalista
e assenteista conclamato dai suoi posti di lavoro, che si presenta come il
conquistatore in possesso di tutte le
ricette per il benessere di una terra a lui sconosciuta poiché sempre
disprezzata e, ciononostante, acclamato da cospicue folle come un liberatore.
3.
Sottolineo
anche la memoria progressivamente accorciata delle lucane e dei lucani
fulminati sulla via di Pontida.
POSSO
CAPIRE TUTTO: ASTENSIONE, DELUSIONE, L’AMBIZIONE PERSONALE, PERFINO, MA NON
L’ENTUSIASMO DEI LUCANI PER UN POLITICO (SIC!) TUTT’ALTRO CHE NUOVO.
Il
collezionista di giubbe, infatti, vanta una lunghissima permanenza sui banchi
della maggioranza nei vari governi Berlusconi, è famoso per le sue assenza al parlamento
europeo dove senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio se non le impronte
de fondoschiena su una poltrona e le coordinate bancarie dove tutti noi abbiamo
accreditato un più che lauto stipendio.
IN
ALTRE PAROLE SIAMO DI FRONTE A UN FANNULLONE INVETERATO a capo di un partito, l’unico in Italia,
condannato dalla Corte di Cassazione a restituire 49 milioni di euro rubati ai
cittadini italiani.
Se
questo tizio è degno del voto dei lucani allora tutto è possibile, anche che il
sole ruoti intorno alla terra.
4.
Il
solito florilegio di opportunisti dei quali evidenzio solo le acrobatiche
piroette. Si tratta veri saltimbanchi della politica, che senza alcun pudore
ostentano un vessillo sempre di colore, sui quali non vale la pena soffermarsi.
Certo, tra questi, il podio più alto spetta di diritto a coloro che, da varie
provenienze, sono approdati nelle truppe del partito razzista. A costoro mi
sento di augurare un cocente insuccesso personale.
Ciononostante
il mio augurio va a tutti (tranne i saltimbanchi) poiché amministrare in questi
anni, a tutti i livelli, è cosa assai difficile. Farlo a livello individuale,
senza il sostegno continuo di un partito o un gruppo di riferimento, è impresa
da titani.
Un
pensiero particolare agli elettori affinché, per quanto disillusi e
frastornati, riescano a trovare le motivazioni che consenta loro di recarsi a
votare, di lasciare i portatori di razzismo fuori dai confini regionali e,
infine, cerchino di capire, nella situazione data, quale scelta potrebbe essere
più utile al territorio.
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