Henri de Toulouse-Lautrec - Il sofà
Forse il cuore è costante, dopo tutto – Mary Dorcey
Forse il cuore è costante, dopo tutto. Forse
non fa differenza chi amiamo, quale voce ci tenti,
quale nome pronunciamo. L'amore è sempre lo stesso,
non è vero? Scaturito da un'unica fonte, insegue lo stesso
Tracciato. È sempre la stessa sete che plachiamo, la
stessa immagine nell'acqua; lo stesso sguardo offuscato dal sangue.
Forse non fa differenza chi desideriamo -
non è sempre lo stesso velo che stendiamo su ogni nuova
Sembianza; l'ordito più fine che illusione possa comprare, tessuto
di sete impreziosite da fiducia, speranza e inganno?
Cosa importa infine quale sguardo
catturi? Non è sempre lo stesso canto di sirena,
Lo stesso vino sulle labbra, lo stesso sale sulla
ferita? Se il cuore è minimamente, fedele non lo è
a ciò che è fondamentale, universale? È soltanto nei
dettagli che l'amore ci inganna – lo scenario e i
Costumi: quel cielo particolare, quella strada, l'oleandro
sul cancello aperto, una scala a chiocciola, un copriletto bianco -
il tempo e le case, il linguaggio e le
strade: apparenze, facilmente confuse, dimenticate
Perdute come foglie o pelle, come i ricordi stessi. Come
l'impronta della vista e del tatto: il fiato sul vetro, un
volto particolare. Forse anche questo alla fine sarà perduto
e con esso l'ultimo bagliore: quella notte, l'odore di una
Strada, il fiume ferito, il ponte illuminato: un'amante
che lo attraversa; che torna indietro – un'estranea. Persino questo,
alla fine, anche questo svanirà, cancellato come il tempo stesso. Come il
ricordo del suo volto. Come il ricordo di quella bugia.
Traduzione di Mariagrazia Pecoraro
non fa differenza chi amiamo, quale voce ci tenti,
quale nome pronunciamo. L'amore è sempre lo stesso,
non è vero? Scaturito da un'unica fonte, insegue lo stesso
Tracciato. È sempre la stessa sete che plachiamo, la
stessa immagine nell'acqua; lo stesso sguardo offuscato dal sangue.
Forse non fa differenza chi desideriamo -
non è sempre lo stesso velo che stendiamo su ogni nuova
Sembianza; l'ordito più fine che illusione possa comprare, tessuto
di sete impreziosite da fiducia, speranza e inganno?
Cosa importa infine quale sguardo
catturi? Non è sempre lo stesso canto di sirena,
Lo stesso vino sulle labbra, lo stesso sale sulla
ferita? Se il cuore è minimamente, fedele non lo è
a ciò che è fondamentale, universale? È soltanto nei
dettagli che l'amore ci inganna – lo scenario e i
Costumi: quel cielo particolare, quella strada, l'oleandro
sul cancello aperto, una scala a chiocciola, un copriletto bianco -
il tempo e le case, il linguaggio e le
strade: apparenze, facilmente confuse, dimenticate
Perdute come foglie o pelle, come i ricordi stessi. Come
l'impronta della vista e del tatto: il fiato sul vetro, un
volto particolare. Forse anche questo alla fine sarà perduto
e con esso l'ultimo bagliore: quella notte, l'odore di una
Strada, il fiume ferito, il ponte illuminato: un'amante
che lo attraversa; che torna indietro – un'estranea. Persino questo,
alla fine, anche questo svanirà, cancellato come il tempo stesso. Come il
ricordo del suo volto. Come il ricordo di quella bugia.
Traduzione di Mariagrazia Pecoraro
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