Venere allo Specchio - Tziano Vecellio
Lo
splendore del tempio – Carol Ann Duffy
Guarda, mia adorata, sei
bellissima;
i tuoi occhi,
incorniciati dai capelli,
sono uccelli tra le
foglie degli alberi,
colombe sui cedri del
Libano;
i tuoi capelli
scintillano, un ruscello al sole
che precipita giù dai
monti; sei bella
mia amata; la tua bocca,
l’entrata; i tuoi baci, la chiave;
le tue labbra, di un
tenue scarlatto, il pertugio;
la tua lingua dolce di
vino, i tuoi denti, agnellini
al pascolo; la tua voce
per intonare salmi, cantici.
Vedo il tuo volto; dico
che il tuo volto
è il giardino dove
cercavo l’amore;
ho la testa colma di
rugiada; le mani
addolcite dalla mirra; i
piedi nudi
nell’erba madida; la
bocca cosparsa di miele.
La tua voce ha chiamato
alla porta del mio cuore.
Sono pazza d’amore.
Distogli i tuoi occhi
dai miei,
mi hanno sopraffatta.
Con gli occhi mi hai
rapito il cuore.
Con i baci della tua
bocca mi hai baciata
nel nostro letto verde,
sotto le travi del cedro,
i soffitti d’abete.
Sei bella tutta.
Le tue guance, spezie e
fiori dolci;
il tuo respiro, canfora
e nardo;
zafferano; calamo e
cannella;
incenso e aloe;
la tua gola fatta per le
perle;
i seni latte e miele;
dovresti tenere la mano
sinistra sotto la mia testa,
con la destra
abbracciarmi.
Solo a guardarti la
mano,
impazzisco d’amore.
Sei il melo tra gli
alberi della foresta.
Sono distesa alla tua
ambra
e il tuo frutto è dolce
al mio assaggio.
Sei un grappolo di fiori
di canfora nel vigneto;
un frutteto di fichi
maturi, melograni.
Sono tua e tu sei mia,
fino allo spuntare del
giorno e quando le ombre svaniscono.
Non c’è fiume che spenga
l’amore, né mare che lo anneghi.
Sono entrate nelle tue
grazie.
Ero tutto quel che
desideravi e ti ho dato il mio amore.
Dico che il tuo palato è
il vino migliore;
sei rosa, giglio,
grappoli d’uva.
Ti cercavo di notte nel
letto.
Mi alzavo e vagavo per
le vie della città,
in cerca di te che la
mia anima bramava.
Ti ho trovata. Ti ho
stretta
e non ti ho lasciata
andare,
finché non ti ho portata
al campo,
dove ci siamo adagiate
per terra
circondate da caprioli e
cervi dei prati.
Mi sono alzata per
aprirmi a te
e le tue mani
profumavano di mirra.
Il tuo ombelico, una
coppa che non chiedeva il vino.
Che belli i tuoi piedi
le tue cosce, gioielli.
Le ginocchia, mele.
Dormo, ma il cuore si
sveglia al tuo sussurro.
Mi hai portata a questo
letto
e il tuo vessillo su di
me è l’amore.
Apponimi come sigillo,
mia amata,
poiché l’amore è forte
come la morte,
apponimi come sigillo
sul tuo cuore.
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