Rainer Maria Rilke - Solo un'ora dall'orlo del giorno
Solo un'ora dall'orlo del giorno
ricolmo;
ed a tutto è già pronta la terra.
Anima, e ciò che aneli
confessa, schiudendoti all'ombra.
Sii pianura. E, pianura, sii vasta:
cosparsa di antichi sepolcri
che pur si ravvisano a stento,
quando brilla un albore di luna
sovra i campi svaniti co'l sole.
Silenzio, sii forma. E dà forma
a tutte le cose. (Bambine
son esse in quest'ora; e s'arrendono
al tócco che plasma, benigne).
Sii pianura, pianura, pianura
sotto i passi del Veglio che incede.
Dalla notte io lo scerno a fatica,
mentre placido reca
quella sua cecità di gigante
nella muta mia casa che ascolta.
Pensoso lo veggo sedere;
e non par ch'Egli sieda all'aperto,
che tutto sta dentro di Lui:
ogni cielo, ogni terra, ogni casa.
Dispersi, son solo quei canti,
ch'Ei non intona più.
Da mille migliaia di orecchie
li bevve, coi secoli, il vento.
Solo un'ora dall'orlo del giorno
ricolmo;
ed a tutto è già pronta la terra.
Anima, e ciò che aneli
confessa, schiudendoti all'ombra.
Sii pianura. E, pianura, sii vasta:
cosparsa di antichi sepolcri
che pur si ravvisano a stento,
quando brilla un albore di luna
sovra i campi svaniti co'l sole.
Silenzio, sii forma. E dà forma
a tutte le cose. (Bambine
son esse in quest'ora; e s'arrendono
al tócco che plasma, benigne).
Sii pianura, pianura, pianura
sotto i passi del Veglio che incede.
Dalla notte io lo scerno a fatica,
mentre placido reca
quella sua cecità di gigante
nella muta mia casa che ascolta.
Pensoso lo veggo sedere;
e non par ch'Egli sieda all'aperto,
che tutto sta dentro di Lui:
ogni cielo, ogni terra, ogni casa.
Dispersi, son solo quei canti,
ch'Ei non intona più.
Da mille migliaia di orecchie
li bevve, coi secoli, il vento.
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