5 marzo 2019

da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Opera di Alfredo Protti
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Si guardò intorno cercando: non vide nulla. Guardò sul cassettone tra i ninnoli, nulla; andò al letto, lo scrollò, rovesciò il guanciale, nulla... L'invasero un'ansietà, una fretta irragionevoli; dov'era quel
biglietto?... Corse per la stanza, buttando all'aria la roba, i vestiti, i cassetti... finalmente si fermò nel mezzo: "Vediamo" pensò, "l'ho letto giù nell'atrio, ma l'avevo in mano quando sono entrata, dunque
dev'essere qui, calma, dev'essere qui." Come quando si vuol afferrare una bestia agile e piccola, un topo, una farfalla, pian piano, meticolosamente, cercò, si chinò sotto i mobili torcendosi per non insudiciare il vestito, schiacciando la fronte e le guance sulla polvere del pavimento, aguzzando gli occhi nell'oscurità dei ripostigli. Ogni volta che si risollevava sentiva per tutte le membra una stanchezza nervosa; socchiudeva gli occhi, e immobile, con un gesto desolato delle mani aperte, pensava oscuramente di espiare attraverso quella triste ricerca una colpa dimenticata; ogni volta che si piegava, avrebbe voluto rompersi e restare a terra come un oggetto caduto e spezzato.

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