2 marzo 2019

da “Il racconto dell’ancella” – Margaret Atwood

Kazimir Severinovič Malevič - Mietitore
da “Il racconto dell’ancella” – Margaret Atwood

Oggi, nonostante la faccia chiusa e le labbra strette di Rita, mi piacereb-be restare qui, in cucina. Potrebbe entrare Cora, da qualche altra parte della casa, con la sua bottiglia d'olio al limone e il suo strofinaccio, Rita farebbe il caffè (nelle case dei Comandanti c'è ancora del vero caffè) e ci si siede-rebbe al tavolo da cucina di Rita, che non è di Rita più di quanto il mio tavolo non sia mio, e si parlerebbe, di sofferenze, di dolori, di malattie, dei nostri piedi, della nostra schiena, di tutte le diverse sorti di scherzi che il nostro corpo, come un bimbo indisciplinato, escogita. Si annuirebbe col capo come per mettere la punteggiatura alle reciproche voci, segnalando che sì, sappiamo tutto al riguardo. Ci scambieremmo rimedi e cercherem-mo di superarci l'una con l'altra nella recita delle nostre afflizioni fisiche; ci lamenteremmo pacatamente, le voci dolci, sommesse, desolate come il verso dei piccioni nelle docce delle grondaie. So che cosa vuoi dire, di-remmo. Oppure useremmo un'espressione eccentrica che talvolta viene pronunciata ancora da parte di gente più anziana: sento donde provieni, come se la voce stessa fosse un viaggiatore, che giunge da un luogo distante. Com'era, com'è.
Come disprezzavo simili chiacchiere. Adesso le desidero. Almeno si parlava. C'era uno scambio, di qualche sorta.
Oppure spettegoleremmo. Le Marte sanno le cose, parlano tra di loro, fanno passare le notizie ufficiose di casa in casa. Come me, origliano alle porte, indubbiamente, e vedono tutto anche quando distolgono gli occhi. Le ho udite talvolta, ho afferrato frammenti delle loro conversazioni private. Nato morto, era. Oppure, Pugnalata con un ferro da calza, direttamente al ventre. Per gelosia, una gelosia che la divorava. O, ancora più inte-ressante: Lei ha usato un liquido per pulire i cessi. Ha funzionato che è una meraviglia, anche se lui avrebbe dovuto accorgersene dal sapore. Doveva essere ubriaco; ma l'hanno scoperta subito.
Oppure aiuterei Rita a fare il pane, affondando le mani in quel morbido tepore resistente che è così simile alla carne. Desidero ardentemente tocca-re qualcosa di diverso dalla stoffa o dal legno. Desidero commettere l'atto del toccare.
Ma anche se lo chiedessi, anche se venissi meno al decoro fino a quel punto, Rita non lo permetterebbe. Avrebbe troppa paura. Non è previsto che le Marte fraternizzino con noi.
Fraternizzare significa comportarsi da fratelli. Me l'ha detto Luke. Diceva che non c'era una parola equivalente che significasse comportarsi da sorelle. Avrebbe dovuto essere sororizzare, diceva lui. Dal latino. Gli piaceva sapere queste cose. La derivazione delle parole. Io lo prendevo in giro per la sua pedanteria.

Nessun commento:

Posta un commento