Edward Hopper - Adam's House, 1928, Acquarello con carboncino su carta. Museo d'arte di Wichita
I fili del telegrafo – Marina Cvetaeva3
(STRADE)
Ripassata e respinta ogni strada
(e coi semafori – specialmente),
polifonia selvaggia
di scuole e disgeli… (un coro
intero in soccorso!), le maniche issando
come stendardi…
– senza pudore! –
rombano i lirici cavi
della mia altissima tensione.
Il palo del telegrafo… Si può –
più in breve? Finché c’è il cielo,
corriere infallibile di sentimenti,
notizia concreta di labbra…
Sappi: fin dove – il firmamento,
fin dove – le albe al confine,
così chiaramente e in ogni luogo
e a lungo ti lego.
Tra il maltempo dell’epoca,
oltre scarpate di menzogne – di cordame
in cordame – i miei inediti sospiri,
la mia passione frenetica…
Senza telegrammi (urgente e
semplice costanza modulare!) –
in primavera sonora di grondaie,
in filo spinato di spazi...
traduzione di Serena Vitale
da Marina Cvetaeva, Dopo la Russia, a cura di Serena Vitale
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
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