Joaquín Sorolla - The Little Sailing Boat
Ode al tempo futuro - Pablo Neruda
Tempo, mi chiami. Prima
eri
spazio puro,
ampia prateria.
Oggi
filo o goccia
sei,
luce magra
che corre come lepre verso i pruni
della concava notte.
Ma,
adesso,
mi dici, tempo, quello
che ieri non mi dicesti:
I tuoi passi affretta,
il tuo cuore riposa,
sviluppa il tuo canto.
Lo stesso sono. Non sono? Chi, nel corso
delle acque che corrono
identifica il fiume?
Soltanto so che proprio lì,
in una sola
porta
il mio cuore batteva,
da ieri, da lontano,
da allora,
dalla mia nascita.
Lì
dove risponde
l’eco oscura
del mare
che canta e canto
e che
conosco
soltanto
per un cieco fischio,
per un raggio
sulle onde,
per le sue antiche schiume nella notte.
Così, puoi, tempo, invano
mi hai misurato,
invano trascorresti
anticipando
strade all’errante.
Arrivato a una sola porta
passai tutta la notte,
solitario, cantando.
E adesso
che la tua luce si assottiglia
come animale che corre
perdendosi nell’ombra
mi dici,
all’orecchio,
quello che non mi insegnasti
e seppi sempre.
Tempo, mi chiami. Prima
eri
spazio puro,
ampia prateria.
Oggi
filo o goccia
sei,
luce magra
che corre come lepre verso i pruni
della concava notte.
Ma,
adesso,
mi dici, tempo, quello
che ieri non mi dicesti:
I tuoi passi affretta,
il tuo cuore riposa,
sviluppa il tuo canto.
Lo stesso sono. Non sono? Chi, nel corso
delle acque che corrono
identifica il fiume?
Soltanto so che proprio lì,
in una sola
porta
il mio cuore batteva,
da ieri, da lontano,
da allora,
dalla mia nascita.
Lì
dove risponde
l’eco oscura
del mare
che canta e canto
e che
conosco
soltanto
per un cieco fischio,
per un raggio
sulle onde,
per le sue antiche schiume nella notte.
Così, puoi, tempo, invano
mi hai misurato,
invano trascorresti
anticipando
strade all’errante.
Arrivato a una sola porta
passai tutta la notte,
solitario, cantando.
E adesso
che la tua luce si assottiglia
come animale che corre
perdendosi nell’ombra
mi dici,
all’orecchio,
quello che non mi insegnasti
e seppi sempre.
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