William Turner - La nave incagliata
L'ultimo viaggio di Ulisse - Giovanni PascoliXI
la nave in secco
E il vecchio Aedo e il vecchio Eroe movendo
seguian la spiaggia del sonante mare,
molto pensando, e là, sul curvo lido,
piccola e nera, apparve lor la nave.
Vedean la poppa, e n’era lunga l’ombra
sopra la sabbia; nè molt’alto il sole.
E sopra lei bianchi tra mare e cielo
galleggiavano striduli gabbiani.
E vide l’occhio dell’Eroe che fresca
era la pece: e vide che le pietre
giaceano in parte, chè placato il vento
già non faceva più brandir la nave;
e vide in giro dagli scalmi acuti
pender gli stroppi di bovino cuoio;
e vide dal righino alto di poppa
sporger le pale di ben fatti remi.
Gli rise il cuore, poi che pronta al corso
era la nave; e le moveva intorno,
come al carro di guerra agile auriga
prima di addurre i due cavalli al giogo.
E venuto alla prua rossa di minio,
sopra la sabbia vide assisi in cerchio
i suoi compagni, tutti volti al mare
tacitamente; e si godeano il sole,
e la primaverile brezza arguta
s’udian fischiare nelle bianche barbe.
Sedean come per uso i longiremi
vecchi compagni d’Odisseo sul lido,
e da dieci anni lo attendean sul mare
col tempo bello e con la nuova aurora.
E veduta la rondine, le donne
recavano alla nave alte sul capo
l’anfore piene di fiammante vino
e pieni d’orzo triturato gli otri.
E prima che la nuova alba spargesse
le rose in cielo, essi veniano al mare,
i longiremi d’Odisseo compagni,
reggendo sopra il forte omero i remi,
ognuno il suo. Poi su la rena assisi
stavano, sotto la purpurea prora,
con gli occhi rossi a numerar l'ondate,
ad ascoltarsi il vento nelle barbe,
ad ascoltare striduli gabbiani,
cantare in mare marinai lontani.
Poi quando il sole si tuffava e quando
sopra venia l’oscurità, ciascuno
prendeva il remo, ed alle sparse case
tornavan muti per le strade ombrate.
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