dipinto di Jean Frédéric Bazille
Sonetti a Orfeo – Rainer Maria Rilke 2 XX
Tra stelle, spazi immensi; ma quanto più vasta è la distanza
che Qui s'impara.
Uno, ad esempio, un bambino... e un altro accanto a lui,
oh due mondi lontanissimi.
Col metro dell'Essere il destino ci misura,
un metro che ci è estraneo;
pensa quale distanza tra l'uomo e la fanciulla
che lo sogna e lo rifugge.
Tutto è lontananza e mai si chiude il cerchio.
Guarda, sulla tavola imbandita per la festa c'è un vassoio,
strana la testa dei pesci.
Sono muti i pesci... si credeva. Chissà?
Ma c'è infine un luogo ove si parli, se esistesse,
quella lingua in loro assenza?
Tra stelle, spazi immensi; ma quanto più vasta è la distanza
che Qui s'impara.
Uno, ad esempio, un bambino... e un altro accanto a lui,
oh due mondi lontanissimi.
Col metro dell'Essere il destino ci misura,
un metro che ci è estraneo;
pensa quale distanza tra l'uomo e la fanciulla
che lo sogna e lo rifugge.
Tutto è lontananza e mai si chiude il cerchio.
Guarda, sulla tavola imbandita per la festa c'è un vassoio,
strana la testa dei pesci.
Sono muti i pesci... si credeva. Chissà?
Ma c'è infine un luogo ove si parli, se esistesse,
quella lingua in loro assenza?
Nessun commento:
Posta un commento