Mario Tozzi - Finestra su Saint Germain-des-Prés, olio su tela, 1927
Meditazione – Umberto Saba Sfuma il turchino in un azzurro tutto
stelle. Io siedo alla finestra e guardo.
Guardo e ascolto; però che in questo è tutta
la mia forza: guardare ed ascoltare.
La luna non è nata, nascerà
sul tardi. Sono aperte oggi le molte
finestre delle grandi case folte:
d’umile gente. E in me una verità
nasce, dolce a ridirsi, chi darà
gioia a chi ascolta, gioia da ogni cosa.
Poco invero tu stimi, uomo, le cose.
Il tuo lume, il tuo letto, la tua casa
sembrano poco a te, sembrano cose
da nulla, poi che tu nascevi e già
era il fuoco, la coltre era, la cuna
per dormire, per addormirti il canto.
Ma che strazio sofferto fu, e per quanto
tempo dagli avi tuoi, prima che una
sorgesse, tra le belve, una capanna,
che il suono divenisse ninna-nanna
per il bimbo, parola pel compagno.
Che millenni di strazi, uomo, per una
delle piccole cose che tu prendi,
usi e non guardi; e il cuore non ti trema,
non ti trema la mano;
ti sembrerebbe vano
ripensare ch’è poco
quanto all’immondezzaio oggi tu scagli;
ma che gemma non c’è che per te valga
quanto valso sarebbe un dì quel poco.
La luna è nata che le stelle in cielo
declinano. Là un giallo
lume si è spento, fumido. Suonò
il tocco. Un gallo
cantò; altri risposero qua e là.
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