2 ottobre 2019

Ode alla strada – Pablo Neruda

Ode alla strada – Pablo Neruda

Nell’inverno azzurro
col mio cavallo
al passo al passo
senza sapere
perlustro
la curva del pianeta,
le sabbie
ricamate
da una cintura magica
di schiuma,
strade
protette
dal acacie, da boldi
polverosi,
colline, rocce ostili,
boscaglie
avvolte
dal nome dell’inverno.

Ahi viaggiatore!
non vai e non ritorni:
sei
nelle strade,
esisti
nella nebbia.

Viaggiatore
diretto
non a un punto, non a un appuntamento,
bensì solamente
all’aroma
della terra,
bensì solamente all’inverno
nelle strade.
Per questo
lentamente
vado
attraversando il silenzio
e sembra
che nessuno
mi accompagni.

Non è vero.

Le solitudini chiudono
i suoi occhi
e le sue bocche
solamente
al transitorio, al fugace, all’addormentato.
Io sono sveglio.
E
come
una nave in mare
apro
le acque
e esseri invisibili
accorrono e si separano,
così,
dietro all’aria,
si muovono
e si riuniscono
le invisibili vite
della terra, le foglie
sospirano nella nebbia,
il vento
nasconde
il suo sfortunato volto
e piange
sopra
la punta dei pini.
Piove,
e ogni goccia cade
sopra un piccolo
vaso di terra:
è una coppa di vetro che aspetta
ogni goccia di pioggia.

Andare qualche volta
solamente
per questo! Vivere
la tremante
pulsazione del cammino
con le respirazioni sommerse
del campo nell’inverno:
camminare per essere, senza altra
rotta
che la propria vita,
e come, vicino all’albero,
la moltitudine
del vento
portò pruni, semenze,
liane, rampicanti.
così, vicino ai tuoi passi,
continua a crescere la terra.

Ah viandante,
non è nebbia,
né silenzio,
né morte,
quello che viaggia con te,
ma
tu stesso con le tue molte vite.

Così è come, a cavallo,
superando
colline e praterie,
in inverno,
una volta di più mi sbagliai:
credevo
di camminare per le strade:
non era vero,
perché
attraverso la mia anima
fui viaggiatore
e ritornai
quando non ebbi
più segreti
per la terra
e
essa
li ripeteva colla suo lingua.

In ciascuna foglia c’è il mio nome scritto.

La pietra è la mia famiglia.

In un modo o nell’altro
parliamo o taciamo
con la terra.

1956

Nessun commento:

Posta un commento