1 ottobre 2019

Santiago – Federico Garcia Lorca

opera di Paul Pennisi
Santiago – Federico Garcia Lorca
(BALLATA INGENUA)

I
Questa notte Santiago è passato
su una strada di luce nel cielo.
Ne parlano i bambini giuocando
con l'acqua di un tranquillo canale.

Dove va il pellegrino celeste
sul chiaro infinito sentiero?
Va verso l'aurora che brilla sul fondo
su un cavallo bianco come neve.

Bambini, cantate nel prato
forando il vento con le risa.
Dice un uomo che ha visto Santiago
in mezzo a duecento guerrieri,
eran tutti coperti di luce
con ghirlande di stelle verdi
e il cavallo di Santiago
era un astro di luce intensa.

Dice l'uomo che narra la storia
che nella notte calma si udirono
un fremito d'ali d'argento
che il silenzio portò via nelle onde.

Che cosa fece arrestare il fiume?
Erano angeli i cavalieri.

Bambini, cantate sul prato
forando il vento con le risa!

È la notte di luna calante.
Ascoltate! Che cosa c'è in cielo,
che i grilli rinforzano le corde
e i cani della pianura abbaiano?

Nonna, dov'è la strada,
nonna, io non la vedo?

Guarda bene e vedrai una striscia
di polvere come farina,
una macchia che sembra d'argento
o di madreperla. La vedi?
Sí, la vedo.

Nonna, Dov'è Santiago?
Lassú, cammina col suo corteo,
la testa piena di piume
e il corpo di perle molto fini,
con la luna sotto i suoi piedi
e il sole chiuso nel cuore.
Questa notte nel piano si sentono
i racconti brumosi della favola.

Bambini, cantate nel prato,
forando il vento con le risa!

II
Una vecchia che vive in miseria
nella parte più alta del paese,
e possiede una rocca inservibile,
una vergine e due gatti neri,
mentre fa la calza
con le dita secche e tremanti,
circondata da buone comari
e da sporchi bambini vivaci,
nella pace della notte tranquilla
con le sierre perdute nel buio
racconta con lenti ritmi
la visione avuta ai suoi tempi.

Ella vide, una notte lontana
come questa, senza rumore e senza venti,
l'apostolo Santiago in persona
pellegrino sulla terra del cielo.

E, comare, com'era vestito?
le chiedono insieme due voci.

Con bordone di smeraldi e perle
e una tunica di velluto.

Quando oltrepassò la porta,
le mie colombe aprirono le ali
e il cane che dormiva
lo seguì leccando le sue orme.
Era dolce l'Apostolo divino
più dolce della luna di gennaio.

Lasciò nel sentiero
un profumo di giglio e d'incenso.

E, comare, non le disse nulla?
le chiedono insieme due voci.

Passando mi guardò sorridente
e mi lasciò qui dentro una stella.

Dove nascondi questa stella? -
le chiese un bambino vivace.

Si è spenta - dissero altri -
come cosa d'incantamento.

No, figli miei, la stella risplende
e la porto chiusa nel cuore.

Come sono le stelle, qui?
Figlio mio, come in cielo.

Continui, continui la vecchia comare.
Dove andava il glorioso viaggiatore?

Scomparve per quelle montagne
con le mie bianche colombe e il cane.
Ma mi lasciò piena la casa
di rose e di gelsomini
e le uve verdi del pergolato
maturarono e il granaio pieno
trovai la mattina dopo.
Tutto per grazia dell'Apostolo.

Che fortuna per lei, nonna!
commentano insieme due voci.

I bambini sono addormentati
e la campagna in profondo silenzio.

Bambini, pensate a Santiago
sui confusi cammini del sogno!
Notte chiara, di fine di luglio!
In cielo è passato Santiago!

La tristezza che ha la mia anima
la lascio sulla bianca strada
per vedere se la trovano i bambini
e l'affondano nell'acqua,
per vedere se nella notte stellata
se la portano i venti, lontano.

Fuente Vaqueros. Granada. 25 luglio 1918
trad. Renato Bruno


Federico Garcia Lorca – Tutte le poesie, Radici BUR Rizzoli
A cura di Nobert Von Prellwitz
Traduzioni di Lorenzo Blini, Renato Bruno, Nobert Von Prellwitz

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