René Magritte - La riproduzione vietata, olio su tela, 1937, 81,3×65 cm, Museo Boijmans Van Beuningen
Lo specchio – Enzo Montano
Restituiva lo specchio ogni mattino
l’immagine di un uomo con la barba bianca,
i solchi dell’età, e le ferite delle battaglie di una vita;
alcune tutti le potevano vedere,
altre le notavano in pochi
le coltellate più profonde e dolorose
erano conosciute solo a lui.
Lo sguardo sereno e un accenno di sorriso
narravano di sogni e la voglia di inseguirli.
In un solo giorno, talvolta, si accumulano anni:
vacillano certezze ritenute tronchi
di olivi secolari e le ferite diventano
inesauribili sorgenti di dolore
i mostri riprendono il loro inseguimento
e la quotidianità imparata a memoria
non reca più nuove promesse.
Un giorno lo specchio mostrò
lo stesso volto. assieme al bianco della barba
risaltava la stanchezza:
lo sguardo si era spento e
l’accenno di sorriso era svanito
le rughe più profonde
erano ornamenti di guance, occhi e anche della fronte.
il volto devastato dall’accanimento della bestia
e gli occhi raccontavano la banalità dell’esistenza e di una fine.
L’uomo stanco con la barba bianca
ripose ciò che aveva in una scatola di scarpe;
s’incamminò verso il fiume,
cercò la strada tra i cespugli dell’inverno,
si affidò alle carezze della corrente
e si lasciò andare verso il mare aperto.
Proprietà Letteraria riservata
© by apollo Edizioni di Antonietta Meringola
C/da Cretarossa, 32 - 87043 Bisignano (Cosenza)
info@apolloedizioni.it
www.apolloedizioni.it
Restituiva lo specchio ogni mattino
l’immagine di un uomo con la barba bianca,
i solchi dell’età, e le ferite delle battaglie di una vita;
alcune tutti le potevano vedere,
altre le notavano in pochi
le coltellate più profonde e dolorose
erano conosciute solo a lui.
Lo sguardo sereno e un accenno di sorriso
narravano di sogni e la voglia di inseguirli.
In un solo giorno, talvolta, si accumulano anni:
vacillano certezze ritenute tronchi
di olivi secolari e le ferite diventano
inesauribili sorgenti di dolore
i mostri riprendono il loro inseguimento
e la quotidianità imparata a memoria
non reca più nuove promesse.
Un giorno lo specchio mostrò
lo stesso volto. assieme al bianco della barba
risaltava la stanchezza:
lo sguardo si era spento e
l’accenno di sorriso era svanito
le rughe più profonde
erano ornamenti di guance, occhi e anche della fronte.
il volto devastato dall’accanimento della bestia
e gli occhi raccontavano la banalità dell’esistenza e di una fine.
L’uomo stanco con la barba bianca
ripose ciò che aveva in una scatola di scarpe;
s’incamminò verso il fiume,
cercò la strada tra i cespugli dell’inverno,
si affidò alle carezze della corrente
e si lasciò andare verso il mare aperto.
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