14 ottobre 2019

Un amore – Dino Buzzati

dipinto di Fabian Perez
Un amore – Dino Buzzati

L’assaporare lo spasimo dell’umiliazione corporale di cui la ragazza certamente non è consapevole, anzi lei quasi se la spassa e si diverte e ride ma nel fondo del suo animo qualcosa intanto si contorce e si ribella e vomita ma lei ride, fa i giochetti, arrovescia indietro la testa, gli occhi chiusi, la boccuccia anelante, come fosse in paradiso?
Ma soprattutto c’era forse in questo suo sentimento la traccia incancellabile dell’educazione avuta: cattolica, severamente avversa ai fatti sessuali. Per cui fra lui e le donne giovani c’era stata sempre una barriera, e le donne erano qualcosa di illecito e l’atto carnale una specie di mito. Di qui la sensazione che per una donna l’andare in letto con un uomo fosse un episodio importantissimo che coinvolgeva per così dire, sia pure per pochi minuti, l’intera sua vita. E il constatare poi che ciò non doveva essere vero, che migliaia di donne erano disposte a praticare, per un esiguo compenso, maschi sconosciuti, e l’averle lui stesso frequentate per decenni, non era servito a distruggere quell’idea. Ogni volta, quando la prostituta si spogliava nuda dinanzi a lui, gli pareva un fatto quasi inverosimile, stupendo, paragonabile a una fiaba.
Così, ogni volta che andava agli appuntamenti dalla ruffiana (e lo stesso gli accadeva una volta quando erano aperti i pubblici postriboli) non si sarebbe affatto meravigliato se gli avessero detto: «Ma è pazzo, signore? cosa le salta in mente? Una ragazza a pagamento? Pensa forse di essere ancora ai tempi di Eliogabalo? Sa che lei è un bel tipo».

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