James Tissot - The Artist's Ladies
George Simenon - da “Maigret e l'affare Picpus”
In momenti come quelli, Maigret, viveva un curioso miscuglio di godimento epicureo, di voluttuoso abbandono della carne, intensa attività cerebrale, di vita interiore spinta al parossismo.
Malgrado il temporale, la notte era calda e le vetrate della grande birreria del boulevard de Clichy erano aperte. I due uomini stavano seduti tra la sala e l'esterno. Da un lato un brulichio caldo e luminoso, l’andirivieni dei camerieri, i gruppi animati che cenavano all’uscita di uno spettacolo; dall'altro i tavoli deserti sotto i tendoni gonfi d’acqua; due ragazze davanti ai bicchieri vuoti; la pioggia che continuava a cadere, ma non più come prima. La Place Blanche e le sue insegne luminose, a fianco di una zona d'ombra dove i taxi pattinavano sull'asfalto bagnato e il riflesso luccicante delle ali del Moulin-Rouge che giravano instancabilmente.
Un alternanza di umidità e di folate daria fresca, dell’estate che finiva e dell'autunno parigino. I due uomini avevano mangiato zuppa di cipolle gratinate e il cameriere, dopo aver posato davanti a loro un abbondantissimo piatto di crauti e salsicce portava già altri due bicchieri di birra. Il vecchio non perdeva un boccone, né un odore, né un secondo di quell'ora unica, e quando il suo sguardo si alzava sul commissario aveva l'aria di scusarsi. Era mezzanotte. Mentre Lucas faceva salire in taxi le due donne, Maigret lo aveva trattenuto per la manica.
"Dove le porti, imbecille?"
"Al carcere provvisorio, come mi ha detto lei, capo..."
"Portale da noi, tu e Janvier le sorveglierete finoal mio ritorno..."
Così non venivano ancora mescolate con le prostitute che la squadra della Buon Costume portava dentro a ogni retata. Aspettavano, sedute su una sedia, in un ufficio vuoto del Quai des Orfèvres ed evitavano ambedue di pronunciare la minima parola; stavano sedute rigide come nel loro salotto. Solo le labbra di Antoinette Le Cloaguen si muovevano come quelle di certe vecchiette nella penombra delle chiese; ma quello che la donna recitava a se stessa era il discorso che voleva tenere al suo avvocato.
Restava il vecchio, che il commissario aveva portato a mangiare in boulevard de Clichy. La zuppa di cipolle e i crauti gli davano letteralmente le emozioni dell'estasi.
In momenti come quelli, Maigret, viveva un curioso miscuglio di godimento epicureo, di voluttuoso abbandono della carne, intensa attività cerebrale, di vita interiore spinta al parossismo.
Malgrado il temporale, la notte era calda e le vetrate della grande birreria del boulevard de Clichy erano aperte. I due uomini stavano seduti tra la sala e l'esterno. Da un lato un brulichio caldo e luminoso, l’andirivieni dei camerieri, i gruppi animati che cenavano all’uscita di uno spettacolo; dall'altro i tavoli deserti sotto i tendoni gonfi d’acqua; due ragazze davanti ai bicchieri vuoti; la pioggia che continuava a cadere, ma non più come prima. La Place Blanche e le sue insegne luminose, a fianco di una zona d'ombra dove i taxi pattinavano sull'asfalto bagnato e il riflesso luccicante delle ali del Moulin-Rouge che giravano instancabilmente.
Un alternanza di umidità e di folate daria fresca, dell’estate che finiva e dell'autunno parigino. I due uomini avevano mangiato zuppa di cipolle gratinate e il cameriere, dopo aver posato davanti a loro un abbondantissimo piatto di crauti e salsicce portava già altri due bicchieri di birra. Il vecchio non perdeva un boccone, né un odore, né un secondo di quell'ora unica, e quando il suo sguardo si alzava sul commissario aveva l'aria di scusarsi. Era mezzanotte. Mentre Lucas faceva salire in taxi le due donne, Maigret lo aveva trattenuto per la manica.
"Dove le porti, imbecille?"
"Al carcere provvisorio, come mi ha detto lei, capo..."
"Portale da noi, tu e Janvier le sorveglierete finoal mio ritorno..."
Così non venivano ancora mescolate con le prostitute che la squadra della Buon Costume portava dentro a ogni retata. Aspettavano, sedute su una sedia, in un ufficio vuoto del Quai des Orfèvres ed evitavano ambedue di pronunciare la minima parola; stavano sedute rigide come nel loro salotto. Solo le labbra di Antoinette Le Cloaguen si muovevano come quelle di certe vecchiette nella penombra delle chiese; ma quello che la donna recitava a se stessa era il discorso che voleva tenere al suo avvocato.
Restava il vecchio, che il commissario aveva portato a mangiare in boulevard de Clichy. La zuppa di cipolle e i crauti gli davano letteralmente le emozioni dell'estasi.
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