Marc Chagall - Lovers in Blue
Imago – Enzo Montano
Imago.
Entrarti negli occhi per leggere
nelle pieghe della tua anima arancia,
toccarti il cuore e vibrare delle tue pulsazioni,
esplorarti agli angoli delle labbra
travolto dalle onde del sorriso,
al confine segnato da quella piccolissima ruga,
scoprire ancora nuove melodie
e sensazioni nuove in danza leggera,
annegato dal sole trasformato
in lampi di oroverde dalla tua iride.
Imago.
Un’elevazione verticale fin dove l’occhio arriva,
stringerti la mano attraversando i cirri
sopra le città di Chagall e le campagne di Van Gogh,
inebriarmi dei profumi dell’estate e del tuo,
andare ancora in alto dentro il buio
tra l’arroganza delle stelle e scoprire
che la più luminosa ha il tuo stesso nome,
abbracciarti nella discesa sulla terra
e vederla trasformata in giardino meraviglioso
ancor più di quelli dell’antica Babilonia,
gioire della gioia dei mille sguardi
che osservano il più bello dei fiori
quel fiore che i continuo a stringere a me.
Imago.
Una voce lontana cantare le melodie
più dolci che sconfiggono tristezza lontananza
e morte ancor più di quelle di Orfeo e la sua lira.
Quella voce è la tua voce ed io per mano ti conduco
lungo il nostro viale e i nostri luoghi.
Continuerò a voltarmi per prendere la vita
dal tuo viso e dalle tue movenze e niente
potrà mai separarci perché se come Euridice
tu diventassi pietra saremmo insieme
una pietra sola fino all’eternità.
Imago.
Imago.
Entrarti negli occhi per leggere
nelle pieghe della tua anima arancia,
toccarti il cuore e vibrare delle tue pulsazioni,
esplorarti agli angoli delle labbra
travolto dalle onde del sorriso,
al confine segnato da quella piccolissima ruga,
scoprire ancora nuove melodie
e sensazioni nuove in danza leggera,
annegato dal sole trasformato
in lampi di oroverde dalla tua iride.
Imago.
Un’elevazione verticale fin dove l’occhio arriva,
stringerti la mano attraversando i cirri
sopra le città di Chagall e le campagne di Van Gogh,
inebriarmi dei profumi dell’estate e del tuo,
andare ancora in alto dentro il buio
tra l’arroganza delle stelle e scoprire
che la più luminosa ha il tuo stesso nome,
abbracciarti nella discesa sulla terra
e vederla trasformata in giardino meraviglioso
ancor più di quelli dell’antica Babilonia,
gioire della gioia dei mille sguardi
che osservano il più bello dei fiori
quel fiore che i continuo a stringere a me.
Imago.
Una voce lontana cantare le melodie
più dolci che sconfiggono tristezza lontananza
e morte ancor più di quelle di Orfeo e la sua lira.
Quella voce è la tua voce ed io per mano ti conduco
lungo il nostro viale e i nostri luoghi.
Continuerò a voltarmi per prendere la vita
dal tuo viso e dalle tue movenze e niente
potrà mai separarci perché se come Euridice
tu diventassi pietra saremmo insieme
una pietra sola fino all’eternità.
Imago.
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