Rosso – Enzo Montano
Chiudo gli occhi e la mente si illumina di rosso
il rosso delle cose buone da bambino, dei succosi frutti dolci
maturati dal sole perpendicolare, colmi scrigni di sapori.
Rosso erano le strisce della maglia,
assieme al nero, del giovane che danzava col pallone
quando la mia infanzia scelse la sua squadra.
Rosse erano le bandiere nella stanza dove ho visto,
assieme ai grandi che regalavano caramelle,
il mio primo zecchino d’oro e la nazionale di
Sormani Mazzola Rivera Menichelli Corso e Bulgarelli
battere tre a zero l’invincibile Brasile di Pelè;
bastava poco per essere felici e. Io trovai la casa
delle mie passioni forti nella sezione del PCI
e scelsi anche il colore che mi porto addosso,
il medesimo colore dell’amore e dell’ardore che anima la lotta.
Rosso, quasi insopportabile la bellezza del tramonto
rosso con le sue proiezioni di fiamme orizzontali
disseminate d’oro in polvere fino al raggio verde.
Rosso impertinente, arrogante quasi,
il papavero che strombetta l’annuncio dell’estate
preludio al rosso delle trasgressioni vacanziere.
More lamponi melagrane ciliegie susine e vino rosso
accompagnano gli amanti; il rosso prevale in una foto
preziosa e rosso è anche il vestito della donna più bella.
Rosso è il colore del rivoluzionario Caravaggio
nella Morte della Vergine, Rosso è Rubens e l’erotismo,
rosso sono gli sfondi della Villa dei misteri di Pompei,
rosso è la nascita religiosa e la rinascita pagana,
rosso i rubini per regine imperatori e principi,
granato spinello zircone e tormalina anch’essi sono rossi,
rosso è il colore dei bambini e il primo dell’arcobaleno
rossa era l’Alfa di Tazio Nuvolari, rosse le bandiere di Guttuso,
il rosso definisce il prete maestro della musica.
Rosso è il mio colore in tutte le sue declinazioni
di cadmio, il vermiglione o cinabro, il carminio di garanza,
il rosso di Venezia, il rosso inglese, il rosso Indiano,
il rosso di Marte, rosso pompeiano. Rosso. Rosso.
Rosso
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