Un secolo dopo - Imtiaz Dharker
La campanella di scuola è una chiamata alle armi,
ogni passo verso la classe, un passo verso la linea di tiro.
Ecco il bersaglio, pelle sottile sulla tempia,
la guancia ancora tornita di quindicenne.
Arresa, attorniata,
si prende il proiettile in testa
e va avanti. Il missile apre
un varco nella sua mente, in un frutteto
tutto fiorito, un campo ronzante sotto il sole,
dal grembo aperto e pieno di papaveri.
La ragazza ha vinto
il diritto di essere comune,
mettersi braccialetti a un matrimonio, lo smalto sulle unghie,
andare a scuola. Proiettile, dice lei, sei stupido.
Hai fallito. Non puoi uccidere un libro
o il brusio al suo interno.
Un mormorio, uno sciame. Dietro di lei, una ad una,
le studentesse se ne stanno in piedi
a prendersi il loro posto in prima linea.
traduzione dall'inglese di Floriana Marinzuli
La campanella di scuola è una chiamata alle armi,
ogni passo verso la classe, un passo verso la linea di tiro.
Ecco il bersaglio, pelle sottile sulla tempia,
la guancia ancora tornita di quindicenne.
Arresa, attorniata,
si prende il proiettile in testa
e va avanti. Il missile apre
un varco nella sua mente, in un frutteto
tutto fiorito, un campo ronzante sotto il sole,
dal grembo aperto e pieno di papaveri.
La ragazza ha vinto
il diritto di essere comune,
mettersi braccialetti a un matrimonio, lo smalto sulle unghie,
andare a scuola. Proiettile, dice lei, sei stupido.
Hai fallito. Non puoi uccidere un libro
o il brusio al suo interno.
Un mormorio, uno sciame. Dietro di lei, una ad una,
le studentesse se ne stanno in piedi
a prendersi il loro posto in prima linea.
traduzione dall'inglese di Floriana Marinzuli
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