da “Vita di Galileo” – Bertolt Brecht
VI.
Il Collegio Romano,
istituto pontificio di ricerche scientifiche, conferma le scoperte di
Galileo.
Poche volte vide il
mondo
i maestri andare a
scuola.
Clavio, il servo di
Dio,
diede ragione a
Galilei.
Una sala del Collegio
Romano.
È notte. Alti
prelati, monaci e scienziati a gruppi Galileo, solo, se ne sta appartato.
Atmosfera assai sbrigliata. Prima che inizi la scena, si levano risate
omeriche.
PRELATO GRASSO (tenendosi la pancia dal ridere)
Sciocchi!
Inguaribilmente sciocchi! A cosa non crederebbe la gente, vorrei saperlo!
UNO SCIENZIATO
Per esempio, che voi
sentiate un'invincibile ripugnanza per la buona mensa, monsignore!
PRELATO GRASSO
Macché! Crederebbero
anche a questo. Solo a ciò che è ragionevole, non credono. Dubitano
dell'esistenza del diavolo; ma ammannitegli un po' la storiella della
terra che rotola nel
cielo come un sassolino in un tubo di scarico, e a quella ci credono. Sancta
simplicitas!
UN MONACO (facendo il buffone)
Uh, come gira in
fretta! Mi sento le vertigini. Permettete, messere, che mi aggrappi a voi? (Si aggrappa,
traballando buffamente, a uno scienziato).
SCIENZIATO
Quest'ubriacona della
terra anche oggi ha bevuto troppo! (Si aggrappa a un altro).
MONACO
Tenetevi saldi, che
ruzzoliamo giù! Tenetevi, dico!
ALTRO SCIENZIATO Guardate Venere, com'è già tutta di traverso!
Le si vede il sedere solo a metà. Aiuto!
Si forma una mischia
di frati, che, tra grandi scoppi di risa, si muovono come se si sforzassero di
non essere gettati fuori da una nave nella tempesta.
ALTRO MONACO
Attenzione che non ci
scaraventi sulla luna, amici: devono esserci dei picchi maledettamente aguzzi!
PRIMO SCIENZIATO
Punta bene i piedi!
PRIMO MONACO
E non guardate in
giù! Mi gira la testa!
PRELATO GRASSO (forte, all'intenzione di Galileo)
Nel Collegio Romano
non gira la testa a nessuno!
Grandi risate. Da una
porta nel fondo entrano due astronomi del Collegio. Si fa silenzio.
UN MONACO
E continuate a
studiarci sopra? È uno scandalo!
PRIMO ASTRONOMO (furioso)
Noi, no!
SECONDO ASTRONOMO
A cosa si vuol
arrivare? Clavio, non lo capisco... Staremmo freschi, se pensassimo di prendere
per buono tutto quello ch'è stato detto e affermato da cinquant'anni in qua!
Nel 1572 appare nella sfera più eccelsa - l'ottava, quella delle stelle fisse -
una nuova stella, più grande e più splendente di tutte le circostanti; e dopo
nemmeno un anno e mezzo, eccola scomparire di nuovo e finire nel nulla. Ci si
deve domandare allora che ne è dell'eternità e dell'immutabilità del cielo?
FILOSOFO
Se li lasciassimo
fare, quelli ridurrebbero in briciole tutto il firmamento!
PRIMO ASTRONOMO
Già, dove s'ha a
arrivare? Cinque anni dopo ecco che Tycho Brahe, il
danese, definisce
l'orbita di una cometa che, partendo da dietro la luna, attraversa una dopo
l'altra tutte le calotte delle sfere, quelle sfere su cui poggiano
materialmente nel loro moto i corpi celesti: senza incontrare resistenza, senza
che la sua luce venga minimamente deviata. Ci si deve domandare allora che ne è
di queste sfere?
FILOSOFO
Nemmeno parlarne! E
un Cristoforo Clavio, il più grande astronomo d'Italia e della Chiesa, ha
potuto lasciarsi impegolare in discussioni del genere!
PRELATO GRASSO
Che scandalo!
PRIMO ASTRONOMO
Eppure è sempre là
dentro, con l'occhio incollato a quello strumento del demonio!
SECONDO ASTRONOMO
Principiis obsta!
Tutto è cominciato perché già da troppo tempo ci serviamo delle tavole di
quell'eretico di Copernico per calcolare una quantità di cose: la durata
dell'anno solare, le date delle eclissi di sole e di luna, le posizioni dei corpi
celesti...
UN MONACO
Cos'è meglio, dico
io? Osservare le eclissi di luna con tre giorni di ritardo sul calendario, o
rinunciare per sempre alla salvezza eterna?
MONACO ALLAMPANATO (viene al proscenio con la Bibbia aperta
in mano e fanaticamente punta l'indice su una pagina)
Che cosa sta scritto
nella Bibbia? « Sole, fermati in Gabaòn; e tu luna fermati nella valle di
Avalòn! » Come può fermarsi il sole se non si muove, stando alle teorie di
questi eretici? O è forse la Bibbia che mente?
SECONDO ASTRONOMO
Sì, ci sono dei
fenomeni che mettono in imbarazzo noi scienziati; ma è necessario che l'uomo
capisca proprio tutto?
I due escono.
MONACO ALLAMPANATO
Costoro abbassano la
patria del genere umano al livello di una stella errante. Uomini, bestie,
vegetali, minerali, tutto cacciano su uno stesso carro e lo spediscono in giro
per il deserto dei cieli. A dar retta a loro, non esiste più né cielo né terra.
Non In terra, perché è un astro del cielo, e nemmeno il cielo, perché è fatto
di tante terre! Tra l'alto e il basso, tra l'effimero e l'eterno, non c'è più
differenza. Che noi siamo destinati a scomparire, lo si sa; ma che debbano
scomparire anche i cieli, dovevano venire loro a dirlo! Il sole, la luna, le
stelle e gli uomini vivono sulla terra: così fu detto e così è scritto; ma
adesso, a sentire costui, anche la terra sarebbe una stella. Soltanto stelle:
non c'è altro! Arriveremo al punto che un giorno li sentiremo dire: non ci son
nemmeno uomini e be-stie, anche l'uomo è una bestia, esistono solo le bestie!
PRIMO SCIENZIATO (a Galileo)
Le è caduto qualcosa
in terra, signor Galilei.
GALILEO (che durante la battuta precedente aveva
tratto di tasca il suo sassolino e, dopo aver giocherellato un po', lo aveva
lasciato cadere sul pavimento; mentre si china a raccoglierlo)
In aria, messere: m'è
caduto in aria!
PRELATO GRASSO (voltandogli le spalle)
Che spudorato!
Entra un cardinale
vecchissimo, sostenuto da un monaco. Tutti fanno ala in atto di reverenza.
CARDINALE VECCHISSIMO
Dunque, non sono
ancora usciti? Ci vuol tanto per venire a capo di una simile inezia? Clavio,
ormai, d'astronomia dovrebbe intendersene! A quanto mi si dice, questo signor
Galilei toglie l'uomo dal centro dell'universo per relegarlo in un punto imprecisato
ai margini. È evidente perciò che il signor Galilei è un nemico del genere
umano e va trattato in conseguenza. L'uomo, lo sanno anche i bambini, è la gemma
del creato, la suprema e prediletta creatura di Dio. Ed è concepibile che Dio abbia
voluto affidare un simile capolavoro, la sua più sublime fatica, a una piccola stella
fuori di mano e in perpetua corsa? Che abbia inviato in simile luogo il suo
Divin Figlio? Esistono cervelli pervertiti fino al punto di prestar fede alle
parole di questo schiavo della tavola pitagorica? Quale creatura di Dio può
tollerare tanto affronto?
PRELATO GRASSO (sottovoce al cardinale)
Badate che è qui.
CARDINALE VECCHISSIMO
Ah, siete voi? Be', i
miei occhi non sono più buoni come una volta, ma mi accorgo lo stesso che
somigliate come due gocce d'acqua a un tale che abbiamo mandato al rogo anni
fa... come si chiamava?
MONACO
L'Eminenza Vostra
deve guardarsi dalle arrabbiature: il medico...
CARDINALE VECCHISSIMO (scostandolo, a Galileo)
Avete voluto
degradare la terra, la terra di cui vivete e che vi dà tutto! Sputare nel
piatto che vi nutre! Ma a me non la date a intendere!
(Respinge il monaco e
comincia a camminare superbamente in su e in giù)
Io non sono una
nullità su una stella qualunque, che rotola un po' qua e un po' là! Io cammino
con passo sicuro sulla terra, e la terra sta ferma ed è il centro di tutte le
cose, e io sto al centro e l'occhio del Creatore sta sopra di me. Intorno a me,
fissate a otto calotte di cristallo, girano le stelle fisse e il grande luminare
del sole, creato per diffondere luce su ciò che mi circonda e anche su me,
cosicché Dio possa vedermi. È dunque chiaro e incontrovertibile che tutto è
fondato su di me, l'uomo, la più sublime fatica di Dio, l'essere centrale che
Dio creò a sua immagine e somiglianza, imperituro e... (Dà un crollo).
MONACO
Vi siete troppo
scaldato, Eminenza.
In questo momento si
apre la porta di fondo. Entra Cristoforo Clavio seguito dagli astronomi suoi
discepoli. Attraversa
a rapidi passi la sala, silenzioso e senza guardarsi intorno. Quando è per
uscire,
parla ad uno dei
monaci.
CLAVIO
Ha ragione. (Esce, seguito dagli
astronomi; dietro di lui la porta rimane aperta).
Silenzio di morte. Il
cardinale vecchissimo riprende i sensi.
CARDINALE VECCHISSIMO
Che c'è? Hanno
deciso?
Nessuno osa dargli la
notizia.
MONACO
Eminenza, dobbiamo
accompagnarvi a casa.
Il vegliardo viene
trasportato fuori. Tutti abbandonano la sala, turbati. Un monacello, frate
Fulgenzio, che faceva parte del gruppo dei discepoli di Clavio, è fermo dinanzi
a Galileo.
FRATE FULGENZIO
Signor Galilei, prima
di andar via, padre Clavio ha detto: « Adesso i teologi dovranno provvedere a
rimettere in ordine il cielo ». Avete vinto. (Esce).
GALILEO (cercando di trattenerlo)
Lei, ha vinto! La
ragione ha vinto, non io!
Il monacello è
uscito. Anche Galileo se ne va. Mentre varca la soglia, incontra un prelato di
statura imponente: è il Cardinale Inquisitore, accompagnato da un astronomo.
Galileo s'inchina. Prima di uscire, rivolge sottovoce una domanda al guardiano.
GUARDIANO (gli sussurra di rimando)
Sua Eminenza il
Cardinale Inquisitore.
L'astronomo
guida il Cardinale Inquisitore verso il telescopio.
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