da Il dottor Živago - Boris Pasternak
Questi discorsi ebbero presto un seguito. Era stata effettuata, nel frattempo, una perquisizione notturna nella casa n. 48 della Màlaja Bujànovka, accanto all’ambulatorio, dalla vedova Goregljadov. Erano stati scoperti un deposito di armi e un’organizzazione controrivoluzionaria. Molte persone furono arre-state e in città continuarono le perquisizioni e gli arresti. La gente mormora-va che alcuni dei sospetti avevano passato il fiume e si sentivano considera-zioni come queste: «A che serve? Il fiume non basta. Ci sono fiumi e fiumi. A BlagovèŠcˇensk sull’Amúr, per esempio, su una riva c’è lo Stato sovietico e dall’altra parte la Cina. Ti tuffi in acqua, nuoti, e addio! Chi si ricorda più di te? Quello sì che si può dire un fiume. È tutt’un altro discorso.»«L’atmosfera s’intorbida,» disse Lara. «È passato il tempo in cui ci sentiva-mo sicuri. Finiranno con l’arrestarci, te e me. Che ne sarà allora di Kàten’ka? Io sono la mamma, devo prevenire questa sciagura e trovare una via d’uscita. Devo prendere subito una decisione. Quando ci penso mi sembra d’impaz-zire.»«Pensiamoci,
allora, vediamo. Dove si può trovare aiuto? C’è la possibilità di
parare11 la minaccia? È qualcosa di fatale?»«Fuggire non è possibile, e,
poi, dove? Ma ci si può ritirare in qualche luogo appartato, fuori
mano. Andare a Varÿkino, per esempio. Penso alla casa lì12. È abbastanza
distante e tutto è in abbandono. Laggiù non daremmo nell’occhio come
qui. Si avvicina l’inverno. Mi sentirei di affrontarlo laggiù. Prima che
ci raggiungano, avremo guadagnato un anno di vita ed è già qualcosa. A
man-tenere i contatti con la città ci aiuterebbe Samdevjatov13. Forse
accetterebbe anche di nasconderci. Che ne dici? È vero, là non c’è anima
viva, è un deserto, un posto da far paura. Almeno così era in marzo,
quando ci sono andata. E dicono che ci siano i lupi. Terribile. Ma gli
uomini, specie gli uomini come Antipov o Tiverzin, oggi sono più
terribili dei lupi.»
Questi discorsi ebbero presto un seguito. Era stata effettuata, nel frattempo, una perquisizione notturna nella casa n. 48 della Màlaja Bujànovka, accanto all’ambulatorio, dalla vedova Goregljadov. Erano stati scoperti un deposito di armi e un’organizzazione controrivoluzionaria. Molte persone furono arre-state e in città continuarono le perquisizioni e gli arresti. La gente mormora-va che alcuni dei sospetti avevano passato il fiume e si sentivano considera-zioni come queste: «A che serve? Il fiume non basta. Ci sono fiumi e fiumi. A BlagovèŠcˇensk sull’Amúr, per esempio, su una riva c’è lo Stato sovietico e dall’altra parte la Cina. Ti tuffi in acqua, nuoti, e addio! Chi si ricorda più di te? Quello sì che si può dire un fiume. È tutt’un altro discorso.»«L’atmosfera s’intorbida,» disse Lara. «È passato il tempo in cui ci sentiva-mo sicuri. Finiranno con l’arrestarci, te e me. Che ne sarà allora di Kàten’ka? Io sono la mamma, devo prevenire questa sciagura e trovare una via d’uscita. Devo prendere subito una decisione. Quando ci penso mi sembra d’impaz-zire.»«Pensiamoci,
Nessun commento:
Posta un commento