3 settembre 2017

Non domandarmi, amore, di quel primo amore - Mimi Khalvati

foto di Massimiliano Bondesani - fotocommunity
Non domandarmi, amore, di quel primo amore - Mimi Khalvati

                                 alla maniera di Faiz Ahmed Faiz
Non pensare che io non sia cambiata. Chi ha detto
che l’assenza rende il cuore più tenero?
Anche se guardo il sole scendere nel suo rosso letto
ogni giorno, i giorni non per questo s'allungano.
Ci sono tanti tipi di silenzio,
nessuno più radioso di quello del sole.
Il sole è silente alla nostra presenza,
diverso è l’amore, silente nella sua assenza.
Pensavo che ogni primavera fossi tu,
ogni germoglio, ogni bocciolo;
che l’estate non dovesse far di più
che seguire, cantando nel mio sangue.
Mi sbagliavo. Cos’aveva a che fare
l’estate col dolore in piena?
Ogni roseto, ogni fiore che nel passare
ammiravo, stava sulla porta di un estraneo.
Come fili attraversando le nostre città, secoli
di seta grezza, velluto e broccati
hanno inzuppato le strade di sangue. Corpi,
maturi di piaghe in vicoli e mercati,
pagano con le loro vite. Ma per me
c'era poco tempo per le guerre del mondo,
l’amore era guerra abbondante. Nel cielo vedevo te,
e erano i tuoi occhi le mie stelle cadenti.
Non chiedermi, anche se lo vorrei
e so che non lo farai, altre lacrime da versare.
Perché costruire una diga a Sefid Rud
se non serve per anni ad irrigare?
Anche se non vedremo mai gli olivi, le risaie,
né troveremo riparo in un pergolato dal calore
del sole, nei nostri giorni, le nostre vite
hanno più a cui devono rispondere che all'amore.

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