3 settembre 2017

Priamo. Da Omero, Iliade - Alessandro Baricco

Da Omero, Iliade - Alessandro Baricco
Priamo
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Quando arrivarono al fiume si fermarono, per far bere le bestie. E fu lì che videro quell'uomo avvicinarsi, sbucato dal nulla, dal buio. "Scappiamo, mio re", disse subito Ideo, impaurito. "Scappiamo o quello ci ucciderà." Ma io non riuscivo a muovermi, ero impietrito dalla paura, vedevo quell'uomo avvicinarsi sempre di più, e non riuscivo a far nulla. Venne verso di me, proprio verso di me, e mi porse la mano. Aveva l'aspetto di un principe, giovane e bello. "Dove stai andando, vecchio padre?", disse. "Non temi il furore degli Achei, tuoi mortali nemici? Se qualcuno di loro ti vede mentre trasporti tanti tesori, che cosa farai? Non siete più giovani, voi due, come potrete difendervi se qualcuno vi assale? Lasciate che vi difenda io, non voglio farvi del male: tu mi ricordi mio padre." Sembrava che un dio lo avesse messo sulla nostra strada. Credeva che fossimo scappati da Ilio, che la città fosse in preda al terrore, e noi due ce ne fossimo scappati con tutte le ricchezze che eravamo riusciti a prendere con noi. Sapeva della morte di Ettore, e pensava che i Troiani si fossero dati alla fuga. E quando parlò di Ettore, disse: non era inferiore a nessuno degli Achei, in battaglia. "Ah, giovane principe, ma chi sei tu, che parli così di Ettore?" E lui disse che era un Mirmidone, che era venuto in guerra seguendo Achille e adesso era uno dei suoi scudieri. Disse che lui Ettore l'aveva visto mille volte combattere, e se lo ricordava quando aveva attaccato le navi. E disse che veniva dall'accampamento degli Achei, dove tutti i guerrieri stavano aspettando l'aurora per attaccare nuovamente Troia. "Ma se vieni da lì, allora l'avrai visto, Ettore, dimmi la verità, è ancora nella tenda di Achille o lo hanno già buttato in pasto ai cani?" "né cani né uccelli l'hanno divorato, vecchio", rispose. "Puoi non crederci, ma il suo corpo è rimasto intatto. Dodici giorni sono passati dalla sua uccisione, eppure sembra appena morto. Ogni giorno, all'alba, Achille lo trascina senza pietà intorno alla tomba di Patroclo, per oltraggiarlo, e ogni giorno il corpo resta intatto, le ferite si chiudono, il sangue sparisce. Qualche dio veglia su di lui, vecchio: anche se è morto, qualche dio lo ama." Ah, ascoltavo quelle parole con una gioia nel cuore... Gli offrii quella coppa, la coppa che avevo preso per Achille, gliela offrii e gli chiesi se in cambio riusciva a farci entrare nell'accampamento acheo. "Vecchio, non mettermi alla prova", disse. "Non posso accettare doni da te all'insaputa di Achille. Chi ruba qualcosa a quell'uomo va incontro a grandi disgrazie. Ma senza compenso, io ti guiderò da lui. E vedrai che, con me, nessuno oserà fermarti." così disse, e salì sul carro, prendendo le redini e spronando i cavalli. E quando arrivò al fossato, e al muro, nulla gli dissero le sentinelle, passò attraverso le porte aperte, e veloce ci guidò fino alla tenda di Achille. Era maestosa, sorretta da tronchi di abete e circondata da un grande cortile. La porta, enorme, era di legno. Quell'uomo la aprì, e mi disse di entrare. "Non è bene che Achille mi veda, vecchio. Ma tu non tremare, va' e inginocchiati davanti a lui. Possa tu commuovere il suo duro cuore." Allora il vecchio re entrò. Lasciò Ideo a sorvegliare i carri. Ed entrò nella tenda di Achille.
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