Lucas Cranach il Vecchio: Giuditta con la testa di Oloferne, 1530. Berlino, Jagdschloss Grunewald
La morte con classe – Enzo Montano
(La
Giuditta Vittoriosa di Cranach)
«Sì,
berrò, signore, perché oggi sento dilatarsi la vita in me, più che tutti i
giorni che ho vissuto». Incominciò quindi a mangiare e a bere davanti a lui ciò
che le aveva preparato l'ancella. Oloferne si deliziò della presenza di lei e
bevve abbondantemente tanto vino quanto non ne aveva mai bevuto solo in un
giorno da quando era al mondo.
Dal
Libro di Giuditta
Altera,
raffinata, leggera, aristocratica,
distaccata
e sorridente Giuditta
mostra
compiaciuta la testa di Oloferne
e, con
soddisfazione, la preziosa spada
la cui
elsa è coordinata con gli abiti,
con
gioielli e con il cappello elaborato
dell’elegantissima
signora.
Le
mani inguantate raccontano
il
distacco dalla morte: un dovere l’assassinio
dell’assassino
del suo popolo.
Tutte
le donne di Cranach il Vecchio
sono
aristocratiche ed eleganti
anche
quando sono svestite
come
le Grazie, oppure Eva.
Questa
Giuditta, però, mi colpisce
col
suo sguardo sereno e irreversibile
capace
perfino di nascondere la grande spada
di
cui, immagino, Oloferne, rapito da quegli occhi,
abbia
sentito solo il ferro tagliente mentre lo uccideva .
Il
sontuoso abito di Giuditta fa pensare a una festa,
un
ricevimento di dignitari d’alto rango
o, se
fosse oggi, a una sfilata d’alta moda
dove
la bella donna non sfigurerebbe.
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