Pieter Paul Rubens - Venere al bagno
Venere
è tra noi – Enzo Montano
(Venere in bagno di
Rubens)
(…)
Il mondo non conosce, o Venere, che il tuo impero!
Nulla si potrebbe senza il tuo levarti al giorno:
nulla ispira senza te, nulla può provare amore!
Al tuo divino concorso nell'opra mia io aspiro!
Nulla si potrebbe senza il tuo levarti al giorno:
nulla ispira senza te, nulla può provare amore!
Al tuo divino concorso nell'opra mia io aspiro!
Invocazione a Venere –
Arthur Rimbaud
La dea è una Venere terrena.
Le forme candide e
opulenti
concesse allo sguardo di chi osserva,
mostrano una donna bella
e sensuale
che non rinuncia ai
piaceri del cibo,
eppure capace di trasmettere
una quasi irresistibile
carica erotica.
La Venere di Rubens non
è
la dea perfetta eterea
irraggiungibile
abitatrice dell’Olimpo,
lei è qui, è una di noi,
è la vicina, la sorella,
la moglie
o l’amante desiderata
tutti i giorni
dalle forme prorompenti
ma terrene.
Seduta sul rosso della
passione,
dona una cascata di
capelli
biondi e luminosi come
il sole.
la sua bianca schiena
è una prateria delle
delizie
dove lo sguardo vaga,
raccoglie,
si sofferma e trabocca
desiderio
che ingrossa come
un’onda,
e avanza in un tumulto inarrestabile
per giungere al confine del
drappo bianco
perfetta sottolineatura
delle natiche generose
che inneggiano ai
piaceri di cibo e carne,
preludio di notti
indimenticabili.
La dea, consapevole, del
suo fascino
gioca a ribaltare i
ruoli e dallo specchio osserva,
vezzosa, coloro che la
spiano per nutrirsi di bellezza.
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