dipinto di Andrey Remnev
Del ritrovarsi - Annalisa Cima Dopo il ritrovarsi di sempre,
l'incombere del nuovo apparente:
procedura di ricerca,
apparente catartico distacco
dal contenuto possibile uguale.
Oggi, scontati nel loro volere,
sentiti, non ancora ascoltati,
assiomi di atavismi e arroganze,
in stretta connessione nel cogliere
il vuoto. Nello stentato di simboli
nuovi, impotenti a sanare il disgusto
di vivere, il rifiuto di amare.
Fondamento di un universo minore,
costretti piú da strutture che dal vero,
come voi, col pregiudizio che non ammette
forma di condizionamento. Cerca
di ridurre a simboli il passato
uguale e diverso, inutile evasione
di sempre uguali domani, dove
la facoltà di natura ci è tolta,
da destini di finire tutti e sempre.
Stessi limiti e diverse illusioni.
Al di là del pensato, dove
il reale ci precipita. L'io
del mondo fuori di noi è disciplina
da concedere, violenta distruzione
del potere: per contrapporre il falso
infinito e mettere a capo
non realtà ma prospettive. Dove gli odi
si assottigliano, dove uccidersi
è rigore: senza logiche nel distacco
dal contenuto primitivo. Colto
il vuoto delle nostre strutture.
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