8 marzo 2019

da "Il guardiano di greggi" - Fernando Pessoa (Alberto Caeiro)

Joachim Anthonisz Wtewael - Adamo ed Eva
da "Il guardiano di greggi" - Fernando Pessoa (Alberto Caeiro)

V
C’è molta metafisica nel non pensare a nulla

Cosa penso io del mondo?
Che ne so so di cosa penso del mondo!
Se io mi ammalassi ci penserei.

Che idea ho io delle cose?
Che opinione ho delle cause e degli effetti?
Che ho meditato io su Dio e l’anima
E sopra la creazione del mondo?
Non so. Per me pensare a questo è chiudere gli occhi
E non pensare. È chiudere le tende
Della mia finestra (ma non ha tende).

Il mistero delle cose? Che ne so di ciò che è mistero!
L’unico mistero è che ci sia chi pensa al mistero.
Chi sta al sole e chiude gli occhi,
Comincia a non sapere che cosa è il sole
E a pensare a molte cose piene di calore.
Ma apre gli occhi e vede il sole,
E non può più pensare a nulla,
Perché la luce del sole vale più che i pensieri
Di tutti i filosofi e di tutti i poeti.
La luce del sole non sa ciò che fa
E per questo non sbaglia ed è di tutti e buona.

Metafisica? Che metafisica hanno quegli alberi
Quella di essere verdi e tagliati e di avere rami
E di dar frutti al loro momento, il che non ci fa pensare,
A noi, che non sappiamo accorgerci di loro.
Ma quale miglior metafisica della loro,
Che è quella di non sapere perché vivono
Né di sapere che non lo sanno?

“Costituzione intima delle cose”…
“Significato intimo dell’universo”…
Tutto questo è falso, tutto questo non vuol dire nulla.
È incredibile che si possa pensare a cose come queste.
È come pensare a scopi e fini
Quando l’inizio della mattina sta risplendendo, e dalla
parte degli alberi
Un vago oro luccicante va dissipando l’oscurità.

Pensare al significato intimo delle cose
È superfluo, come pensare alla salute
O portare un bicchiere all’acqua delle fonti.

L’unico significato intimo delle cose
È che non hanno significato intimo alcuno.

Non credo in Dio perché non l’ho mai visto.
Se egli volesse che io creda in lui,
Senza dubbio verrebbe a parlare con me
Ed entrerebbe dentro per la mia porta
Dicendomi, Sono qui!

(Questo è forse ridicolo alle orecchie
Di chi, per non sapere che cos’è guardar le cose,
Non comprende chi parla di esse
Con il modo di parlare che il prestar loro attenzione insegna).

Ma se Dio è i fiori e gli alberi
E i monti e sole e il chiaro di luna,
Allora credo in lui,
Allora credo in lui a ogni ora,
E la mia vita è tutta un’orazione e una messa,
E una comunione con gli occhi e con le orecchie.

Ma se Dio è gli alberi e i fiori
E i momti e il chiaro di luna e il sole,
Perché lo chiami Dio?
Lo chiamo fiori e alberi e monti e sole e chiaro di luna;
Poiché, se egli si fece, perché io lo veda,
Sole e chiaro di luna e fiori e alberi e monti,
Se egli mi appare come alberi e monti
E chiaro di luna e sole e fiori,
È perché vuole che io lo conosca
Come alberi e monti e fiori e chiaro di luna e sole.

E per questo io gli obbedisco,
Che cosa so io di più di Dio che Dio stesso?),
Gli obbedisco vivendo, spontaneamente,
Come chi apre gli occhi e vede,
E io lo chiamo chiaro di luna e sole e fiori e alberi e monti,
E lo amo senza pensare a lui,
E lo pensavo vedendo e udendo,
E vado con lui ogni ora.

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