Cara Licika, caro Oska!
Vi bacio subito all'inizio della lettera e non alla fine, com'è di regola: sono impaziente! Che c'è da voi? Persone felici, che sono state in quel paese incantato che si chiama «da voi», se la cavano, mascalzoni, con la classica frase: «Lilja è sempre Lilja.»
Ieri ho declamato. Era tutto esaurito; solo, peccato, niente soldi, ma buoni conoscenti. Avrei potuto cominciare tranquillamente il mio discorso non con un freddo «cittadini», ma con un tenero «cari Abram Vasilevič, Elsa, e Liôva!»
Vi bacio subito all'inizio della lettera e non alla fine, com'è di regola: sono impaziente! Che c'è da voi? Persone felici, che sono state in quel paese incantato che si chiama «da voi», se la cavano, mascalzoni, con la classica frase: «Lilja è sempre Lilja.»
Ieri ho declamato. Era tutto esaurito; solo, peccato, niente soldi, ma buoni conoscenti. Avrei potuto cominciare tranquillamente il mio discorso non con un freddo «cittadini», ma con un tenero «cari Abram Vasilevič, Elsa, e Liôva!»
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