17 giugno 2019

da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Felice Casorati - Ragazza con il libro, 1910
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Le andò semplicemente incontro, l'afferrò per un braccio, la tirò fuori con una certa violenza dal suo nascondiglio, come si fa coi bambini riottosi:
"Fuori questa lettera" le intimò con severità, tenendola ben stretta.
Si guardarono; ora il pensiero che l'amante potesse accorgersi della sua menzogna spaventava e umiliava la fanciulla; ella capiva che quel pezzo di carta non doveva aver alcuna importanza, doveva essere un biglietto da visita o chissà quale altra stupidaggine, e soffriva all'idea di essere costretta a confessare all'uomo che i suoi sogni non esistevano.
Fece un ultimo tentativo: "Questo non è giusto, Leo..." incominciò con voce querula; "io..."
"La lettera!" intimò l'uomo per la seconda volta.
Ella capì che era inutile ribellarsi. "Sarà quel che sarà" pensò rassegnata e anche un poco interessata da quel che la lettera potesse contenere; mise la mano sul petto, ne trasse il pezzo di carta, lo tese all'uomo: " Eccola."
Leo lo prese, ma prima di esaminarlo guardò la fanciulla. Allora, chissà perché, fu come se un'insormontabile vergogna l'avesse d'improvviso assalita; bruscamente, il volto di Carla si contrasse, ella si voltò, andò al letto, vi si buttò nascondendosi il volto nelle mani; fu soltanto un gesto, non l'accompagnarono né l'animo né alcun vero sentimento; ella stessa non s'ingannò sul suo significato; poi ad un tratto, sentì l'uomo ridere, e rialzò la testa:
"Ma è il mio biglietto" egli le gridò andandole incontro, "il mio biglietto che io ti ho dato oggi."
Ella non si stupì; in fondo quella storia della lettera era assurda, nessuno poteva scriverle, nessuno l'amava... ma ciò nonostante le parve crudelmente ingiusto che così fosse; ingiusta questa assenza del miracolo (perché non poteva quel gran desiderio che ne aveva cambiare in epistola amorosa quello stupido biglietto?), ingiusta questa meticolosa realtà: impallidì:
"Già, il tuo biglietto" disse con un senso di delusione amara e inevitabile. "Che cosa volevi che fosse?"
"Ma allora" egli continuò avvicinandosi e sedendole a fianco, sul letto "allora sono io quell'uomo... capelli castani, fronte calma... sono io che ami."

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