Cagnaccio di San Pietro - Il rosario
Il serpente che si morde la coda – Carmen Yanez Ho pensato a lei spesso, quasi ogni giorno,
alla mia e all’altrui.
E ora basta immaginarla sempre oscura, tragica,
ossuta,
con tanto di catena e falce, e clac, clac sulle
mattonelle,
con quella voce gutturale e minacciosa.
No, io aspetto quella dolce
che mi sistemi morbidamente
nel mio sudario
e come una madre protettiva
mi canti l’ultima ninna nanna e mi addormenti
cullata nel suo bozzolo.
Lei come forza libertaria,
bontà, puro altruismo della sua opera.
Lei che apre le porte dei sogni,
la bruma delicata,
la sorveglianza pietosa
avanza a passi leggeri
sul morbido tappeto di erbe
sotto il cipresso millenario che custodì le ore.
Polvere sulla polvere.
E memoria intatta.
Lasciare il mio nome forse su labbra che mi
evochino.
Traduzione di Roberta Bovaia
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