Ernesto Treccani - Siepe del forte
Periferia - Alfonso GattoParve alla sera nata la sembianza
dal caldo della neve e per remoto
vetro di luna consumò distanza
d’alberi spogli nel suo cielo vuoto.
La piscina è gelata contro il muro
dell’obitorio che ha i suoi morti spogli
in tutto il freddo della terra: al puro
grigio dell’aria restano le soglie
e l’improvvisa eternità dei treni
che curvano la notte, una ringhiera.
Cose lasciate al tempo che vi peni
in un ultimo sogno la sua vera
solitudine e freddi sulla terra
un bacio morto per sembianza, l’alba.
Acciottolata di rotaie ferra
un convoglio di treni nella scialba
luce dei prati e vi sostiene il giorno
che sugli assiti gracili colora
la bandiera consunta. Il mio ritorno
nella folla dei vivi, per quest’ora,
è la facciata grigia che riappare
murata in tomba a cinta dello sterro
e tutto il freddo della morte, il mare,
i martelli che battono sul ferro.
Da Morto ai paesi (1933-1937)
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