21 giugno 2019

Ricordami così - Alfonso Gatto

Camilla Benaim - Ritratto di Lella Morpurgo
Ricordami così - Alfonso Gatto

Mi chiedi come ho potuto vivere pensando sempre alla
morte,
come ho scritto nell’unica stanza del sonno
davanti allo stesso letto,
con l’ultima sedia che lascia la povertà,
mi chiedi dove trovo i miei occhi chiari, i capelli,
le gambe più lunghe del fiato,
perché sono così calmo, così deluso da attendere
la nave che non mi vede e che mi porta affacciato.

Ti dirò che il tramonto dei prìncipi è come
l’alba dei poveri, come il deserto mattino:
un orgoglio pulito ci attende.
Chi scende e chi sale s’incontra al saluto,
la mano che non lo difende l’accusa
paria o gentile, ma serio d’uguale sventura.

Pensa alla sporca vergogna d’avere una casa
che cerchi memoria e non abbia ragione
d’essere come una reggia, d’essere come un tugurio.
Pensa all’incauto potere di chi trova un principio
e cerca soltanto il suo prezzo.

Nel dare senso al creato, nel vederlo passare
lieto d’essere il tempo e il luogo che ne dà voce,
ricordami così: sguardo patito che patisce.
Di vecchio e di nuovo sangue orgogliosa
infuria la bandiera dei relitti,
il vento delle sabbie che disperdono l’oro.

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