da I quaderni dal carcere - Antonio Gramsci
La scuola unitaria o di cultura generale «umanistica» (intesa in senso largo e non solo nel senso tradizionale) dovrebbe proporsi di immettere nella vita attiva i giovani con una certa autonomia
intellettuale, cioè con un certo grado di capacità alla creazione
intellettuale e pratica, di orientamento indipendente. La fissazione
dell’età scolastica obbligatoria varia col variare delle condizioni economiche
generali da cui dipendono due conseguenze secondo il nostro punto di
vista della scuola unitaria: 1) la necessità di far lavorare i giovani
per averne subito un certo apporto produttivo immediato; 2) la
disponibilità finanziaria statale da dedicare all’educazione pubblica
che dovrebbe essere di una certa grandezza per l ’estensione che la
scuola assumerebbe come edifizi, come materiale didattico in senso
largo, come corpo di insegnanti; il corpo degli insegnanti specialmente
crescerebbe di molto, perché la efficienza della scuola è tanto maggiore
e rapida quanto più è piccolo il rapporto tra allievi e maestri, ma ciò
pone il problema della formazione di un tal corpo, non certo di facile e
rapida soluzione. Anche la quistione degli edifizi non è semplice,
perché questo tipo di scuola, proponendosi anche la rapidità, deve
essere una scuola-collegio, con dormitori, refettori, biblioteche
specializzate, sale adatte per il lavoro di seminario ecc. Si può dire
che inizialmente il nuovo tipo di scuola dovrà e non potrà non essere di
élites di giovani scelti per concorso o indicati sotto la loro
responsabilità dalle istituzioni private idonee.
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