12 luglio 2019

da Sole e carne – Arthur Rimbaud

Giorgione e Tiziano - Venere dormiente, 1507/1510 circa, olio su tela 108,5×175 cm, Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda
da Sole e carne – Arthur Rimbaud

I
Il sole, focolare di tenerezza e vita,
versa un amore ardente sulla terra estatica;
quando si è distesi nella valle, si sente
che la terra è vergine e trabocca sangue;
e che il suo immenso seno, in cui un’anima pulsa,
è amore come Dio, carne come la donna,
e che racchiude, turgido di linfa e di raggi,
il brulichìo incessante di tutti gli embrioni!
E tutto cresce e tutto sale!
– O Venere, o Dea!
Rimpiango il tempo della giovinezza antica,
dei satiri lascivi, dei fauni animaleschi,
divinità che mordevano d’amore la scorza dei rami
e nei nenùfari baciavano la bionda Ninfa!
Rimpiango il tempo in cui la linfa del mondo,
l’acqua del fiume, il sangue roseo dei verdi alberi
nelle vene di Pan iniettavano un universo!
La verde terra palpitava sotto i piedi caprini;
e sfiorando con languore il dolce liuto, il suo labbro
modulava sotto il cielo il grande inno d’amore;
eretto sulla pianura, egli sentiva intorno
rispondere al suo richiamo la Natura fremente;
gli alberi silenziosi, cullando l’uccello canoro,
la terra cullando l’uomo, e l’Oceano azzurro,
e tutti gli animali amavano, si amavano in Dio!
Rimpiango il tempo della grande Cibele
che pare percorresse, terribilmente bella,
su di un gran cocchio bronzeo, le splendide città;
dai suoi seni sgorgava nell’immensità
la pura fonte della vita infinita.
L’Uomo succhiava, felice, la sua mammella sacra,
come un bimbo, giocando sulle sue ginocchia.
– Perché l’Uomo era forte, era casto e mite.
Sventura! Ora egli dice: Conosco le cose,
e va con gli occhi chiusi e le orecchie tappate.
– Anche gli dèi son morti! Adesso l’uomo è Re,
l’uomo è Dio! Ma l’Amore è la gran Fede!
Se l’uomo succhiasse ancora il tuo seno,
gran madre degli dèi e degli uomini, Cibèle;
s’egli non avesse abbandonato l’immortale Astarte
che un tempo, emergendo dall’immenso chiarore
dei flutti blù, fiore di carne che l’onda profuma,
mostrò il suo roseo ombelico fra le nivee schiume
e fece cantare, Dea trionfante dagli occhi neri,
l’usignolo nei boschi e l’amore nei cuori!

Trad. Laura Mazza

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