15 luglio 2019

I cavalli di Achille - Costantino Kavafis

dipinto di Tomasz Rut
I cavalli di Achille - Costantino Kavafis

Come lo videro morto,
lui così bravo così forte così tenero,
i cavalli di Achille si misero a piangere Patroclo -
era lo sdegno del loro io immortale
che fremeva a quel tragico guasto.
Piegavano la testa, scuotevano le lunghe criniere
e con l'unghia raspavano la terra lamentando
unitamente di sentirlo lì sotto esanime, lo spirito
smarrito, indifeso, senza fiato;
dalla vita restituito al Gran Nulla.

Zeus vide il pianto, ebbe pietà dei divini
corsieri. E disse: "Alle nozze di Pèleo avrei dovuto
agire con più circospezione. Meglio,
o miei cavalli, che non vi avessi mai ceduto!
Che cercavate laggiù tra i mortali, tra i miseri
blocchi della sorte? Ora, eccovi afflitti
da effimeri mali, voi che io ho fatto
liberi da vecchiaia e da morte, e già
partecipi dei guai degli umani". - Nonpertanto
le due nobili bestie piangevano sempre
l'irrevocabile sventura della morte.

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