foto di Robert Doisneau
Antonio
Gramsci, da "Quaderni del carcere"
A
proposito del dogmatismo e del criticismo-storicismo nella scuola elementare e
media, è da osservare che la nuova pedagogia ha voluto battere in breccia il
dogmatismo proprio nel campo dell'istruzione, dell'apprendimento delle nozioni
concrete, cioè proprio nel campo in cui un certo dogmatismo è praticamente
imprescindibile e può venire riassorbito e disciolto solo nel ciclo intero del
corso scolastico (non si può insegnare la grammatica storica nelle elementari e
nel ginnasio), ma è costretta poi a veder introdotto il dogmatismo per
eccellenza nel campo del pensiero religioso e implicitamente a veder descritta
tutta la storia della filosofia come un succedersi di follie e di deliri.
Nell'insegnamento della filosofia il nuovo corso pedagogico (almeno per quegli
alunni, e sono la stragrande maggioranza, che non ricevono aiuti intellettuali
fuori della scuola, in famiglia o nell'ambiente familiare, e devono formarsi
solo con le indicazioni che ricevono in classe) impoverisce l'insegnamento, e
ne abbassa il livello, praticamente, nonostante che razionalmente sembri
bellissimo, di un bellissimo utopistico. La filosofia descrittiva tradizionale,
rafforzata da un corso di storia della filosofia e dalla lettura di un certo
numero di filosofi, praticamente sembra la miglior cosa. La filosofia
descrittiva e definitrice sarà un'astrazione dogmatica, come la grammatica e la
matematica, ma è una necessità pedagogica e didattica. 1=1 è un'astrazione, ma
nessuno è perciò condotto a pensare che 1 mosca sia uguale a 1 elefante. Anche
le regole della logica formale sono astrazioni dello stesso genere, sono come
la grammatica del pensare normale eppure occorre studiarle, perché non sono
qualcosa di innato, ma devono essere acquisite col lavoro e colla riflessione.
Il nuovo corso presuppone che la logica formale sia qualcosa che già si
possiede quando si pensa, ma non spiega come la si debba acquisire, sì che
praticamente è come se la supponesse innata. La logica formale è come la
grammatica: viene assimilata in modo "vivente" anche se
l'apprendimento necessariamente sia stato schematico e astratto, poiché il
discente non è un disco di grammofono, non è un recipiente passivamente
meccanico, anche se la convenzionalità liturgica degli esami così lo fa
apparire talvolta. Il rapporto di questi schemi educativi collo spirito
infantile è sempre attivo e creativo, come attivo e creativo è il rapporto tra
l'operaio e i suoi utensili di lavoro; un calibro è un insieme di astrazioni,
anch'esso, eppure non si producono oggetti reali senza la calibratura, oggetti
reali che sono rapporti sociali e contengono implicite delle idee.
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