Polidoro e Agesandro, Atenodoro di Rodi - probabile copia marmorea eseguita tra I secolo a.C. e I secolo d.C. di un originale bronzeo del 150 a.C. circa, marmo. Altezza 242 cm, Musei Vaticani, Città del Vaticano
Taci! – e.m.
Tutto è già deciso
lassù
in alto
sulla Cima
che le nubi celano.
Non parlare
Fuggi!
No!
Non tace Laocoonte
sa che Troia è perduta
ma non vuole tacere
l’indovino,
non vuole arrendersi agli eventi.
Laocoonte si perde assieme
alla città di Priamo
e di Cassandra,
di Apollo sacerdotessa.
Anche lei incapace
di tacere,
anche lei
vanamente ha già vaticinato.
E parla Laocoonte!
Pronuncia inutili parole,
le urla forte affinché giungano
anche ai litigiosi dei
nascosti tra le nuvole.
Ma parlare ai troiani sordi
stanchi di guerra
e ubriachi di miraggi
è come parlare ai venti.
Urla ancora forte Laocoonte:
- Un inganno v'è certo.
Non vi fidate, Troiani. -
La sola Pallade l’ascolta.
E lo punisce.
Dall’onde spuntano
i malvagi serpenti,
i mostri avvinghiano
i figli dell’indovino,
è vano trattenerli.
Nelle profondità del mare
presto giacciono in tre:
Laocoonte, figlio di Nestore,
Antifate e Tymbreus,
figli di Laocoonte.
Tacere?
Tacere
quando si è convinti?
Tacere
quando si è soli contro tutti?
Laocoonte non ha taciuto,
Laocoonte ha urlato la sua verità,
Laocoonte ha vaticinato
contro i troiani
e contro gli dei.
Laocoonte non ha taciuto,
Laocoonte aveva ragione!
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