Firenze
Vaniloquio –
Jorge Luis BorgesLa città vive in me come un poema
che non m’è riuscito di fissare in parole.
Da un lato v’è la eccezione di alcuni versi;
dall’altro, accantonandoli,
la vita precorre il tempo,
come terrore
che usurpa tutta l’anima.
Ci sono sempre altri crepuscoli, altra gloria;
io provo il logorarsi dello specchio
che non si placa in una sola immagine.
A che questa ostinazione
di configgere con pena un chiaro verso
eretto come lancia sopra il tempo,
se la mia strada, la mia dimora,
spezzatrici di simboli verbali,
mi grideranno domani la loro novità?
Nuove
come bocca non baciata.
Traduzione di Umberto Cianciòlo
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