19 novembre 2018

da “Voglia di cucinare la pasta” - Autori vari

da “Voglia di cucinare la pasta” - Autori vari

La pasta in commercio presenta diverse caratteristiche che vengono riportate sulle etichette delle varie confezioni.
Paste normali secche: prodotte con sola farina di semola e semolato duro. Sono ottenute mediante trafilazione, laminazione ed essiccamento di impasti preparati esclusivamente con semola o semolata di grano duro e acqua.
Paste all’uovo secche: sono preparate con sola semola di grano duro e almeno quattro uova intere di gallina senza guscio (200 g) per ogni kg di farina.
Paste speciali fresche o secche: vengono lavorate con farina di semola e percentuali variabili di spinaci e pomodori disidratati e in polvere, concentrato di pomodoro e uova (200 g per 1 kg di semola).
Pasta speciale secca: prodotta con semola a cui viene aggiunta una percentuale di malto o glutine in modo da aumentarne l’apporto proteico del 15-20%.
Pasta fresca: può essere prodotta con sola semola, con sola farina oppure con una miscela di farina e semola, e lavorata con uova rigorosamente fresche e/o altri ingredienti. La pasta fresca può avere un’umidità pari al 30%, contro il 12,5% consentito per quella secca.
Pasta integrale: fino a qualche anno fa la legislazione italiana ammetteva l’uso del termine “pasta” solo per il prodotto confezionato con semola o semolato di grano duro, escludendo l’impiego di semola integrale. Nel maggio del 2001, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato una serie di norme fra cui l’articolo 6 che recita, tra l’altro: “È denominata pasta di semola integrale di grano duro il prodotto ottenuto dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasto preparato esclusivamente con semola integrale di grano duro e acqua”. Leggendo con attenzione l’etichetta, il consumatore può quindi distinguere tra i vari formati di pasta integrale e le preparazioni prodotte con semola di grano duro raffinata a cui è stata aggiunta una certa quantità di cruschello e fibre.

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