dipinto di Joan Longas
Sangue verde – Lino Curci
Sangue verde sul parabrezza, impronta
di vespa o di libellula,
attraversata dalle dolci strie
di uno stampo simile alla foglia.
Unità dei due regni, anche la pianta
sente, soffre, è sensibile
agli impulsi, al dolore... E chi saprà
lo stupore di quel sangue versato
sul ritmo della vita-movimento,
né vi sarà rimpianto
per un sangue così vegetale.
Ogni moto ha forse bisogno
di una piccola morte naturale.
Fu così che danzando nell'estate leggera
un'ala veniva a quell'incontro.
Un sistema nervoso già compiuto
nell'esile psiche; e come dirla
rudimentale, se scriveva al sole
lievemente la sua perfetta musica.
La vita stessa dell'estate che danza,
perché doveva venire
in quel punto, in quell'attimo? A ferirsi,
clorofilla e respiro, sangue e linfa,
nella sua fratellanza originale.
Sangue verde sul parabrezza, impronta
di vespa o di libellula,
attraversata dalle dolci strie
di uno stampo simile alla foglia.
Unità dei due regni, anche la pianta
sente, soffre, è sensibile
agli impulsi, al dolore... E chi saprà
lo stupore di quel sangue versato
sul ritmo della vita-movimento,
né vi sarà rimpianto
per un sangue così vegetale.
Ogni moto ha forse bisogno
di una piccola morte naturale.
Fu così che danzando nell'estate leggera
un'ala veniva a quell'incontro.
Un sistema nervoso già compiuto
nell'esile psiche; e come dirla
rudimentale, se scriveva al sole
lievemente la sua perfetta musica.
La vita stessa dell'estate che danza,
perché doveva venire
in quel punto, in quell'attimo? A ferirsi,
clorofilla e respiro, sangue e linfa,
nella sua fratellanza originale.
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