Claude Monet - Rue de la Bavole, Honfleur, 1864. 55.9 × 61 cm
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un miope, (1958) – Italo Calvino
Amilcare Carruga era ancor giovane, non sprovvisto di risorse, senza
esagerate ambizioni materiali o spirituali: nulla gli impediva, dunque,
di godere la vita. Eppure s'accorse che da un po' di tempo questa vita
per lui andava, impercettibilmente, perdendo sapore. Cose da niente:
come, per esempio, il guardare le donne per la
strada; una volta usava buttare loro gli occhi addosso, avido; adesso
magari faceva istintivamente per guardarle, ma subito gli pareva che
scorressero via come un vento, senza dargli nessuna sensazione, e allora
abbassava indifferente le palpebre. Le città nuove, una volta lo
esaltavano - viaggiava spesso, essendo nel commercio -, adesso ne
avvertiva solo il fastidio, la confusione, il disorientamento. Prima la
sera usava - vivendo solo - andare sempre al cinema: ci si divertiva,
qualunque spettacolo ci fosse; chi ci va tutte le sere è come se vedesse
un unico grande film in continuazione: conosce tutti gli attori, anche
le macchiette e i generici, e già questo di riconoscerli ogni volta è
divertente. Ebbene: anche al cinema, adesso, tutte queste facce gli
parevano diventate scialbe, piatte, anonime; s'annoiava.
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