15 giugno 2019

da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Egon Schiele - Senza titolo
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia
Le venne d'improvviso un desiderio isterico di compagnia e di carezze; "perché dorme," si domandava, "perché non si cura di me?" quel respiro letargico, là, al suo fianco, aveva finito insensibilmente per spaventarla, non le pareva dell'amante, ma di un altro uomo a lei sconosciuto e magari anche ostile; c'era insomma in quel respiro un ritmo così indifferente, una regolarità tanto mostruosamente in contrasto con le sue angosce e i suoi fantasmi ch'ella non sapeva davvero se impaurirsene o indignarsene; tentò di dimenticarlo, tese le orecchie, ascoltò i pochi rumori dell'appartamento, certi scricchiolii dei mobili, certi fruscii; poi spalancò gli occhi nell'oscurità per vedere qualche cosa su cui fissare tutta la sua attenzione... ma ogni sforzo fu inutile, il respiro s'imponeva, calmo, quasi inumano... "Come sarebbe bello" pensò alfine scoraggiata "se egli ora si destasse e mi dicesse che mi ama." E già immaginava come tutto questo sarebbe avvenuto; ecco... egli l'avrebbe riattirata al suo fianco, e guancia contro guancia, le avrebbe mormorato in un orecchio le dolci parole, già al solo pensiero se ne sentiva tutta commossa e quasi consolata, quando, repentinamente, una terribile paura l'agghiacciò.

Nessun commento:

Posta un commento